Incredibile ma vero! Snapchat, il servizio di messaggistica istantanea, ha rifiutato l’allettante proposta di Facebook che voleva rilevare la giovane start up sborsando la bellezza di 3 miliardi di dollari.
L’azienda californiana che ha sede a Los Angeles è amatissima da tutti i teen ager che la utilizzano per inviare circa 300 milioni di messaggi al giorno, in tutto il mondo. E’ stata fondata 2 anni fa grazie all’intraprendenza di due giovani di talento, Evan Spiegel e Bobby Murphy che fino a poche settimane prima si guadagnavano da vivere lavorando in un bungalow californiano.
Il primo a diffondere la notizia choc è stato il Wall Street Journal precisando che, se l’operazione fosse andata in porto, sarebbe stata l’acquisizione più onerosa nella storia della web company di Zuckenberg.
Le motivazioni che sono alla base del “gran rifiuto”, apparentemente inspiegabili, sono in realtà più logiche di quanto si possa immaginare. Innanzitutto i due fondatori di Snapchat sono ben consci del successo straordinario della loro impresa che li ha portati a diventare “l’oggetto del desiderio” di numerosi competitor, e non solo.
Recentemente, infatti, la start up è stata corteggiata da WeChat e dalla coreana KaKao, che forniscono un servizio analogo a Snapchat, nonché da un gigante dell’e-commerce cinese, tutti disposti ad offrire cifre molto simili se non addirittura superiori, rispetto a quella messa sul piatto dalla web company di Menlo Park.
Forti dell’investitore Bankmark, che sin dal primo momento ha creduto nei due giovani imprenditori versando circa 13 milioni di dollari nelle casse di Snapchat, oggi Spiegel ed il socio Murphy vorrebbero ampliare la loro offerta lanciando sul mercato giochi e servizi virtuali. Questo spiegherebbe ancor più chiaramente perché la start up si è concessa “il lusso” di rifiutare l’offerta del social più popolare del mondo, almeno per ora.
Infatti, i due fondatori di Snapchat hanno comunque lasciato una porta aperta alle speranze di Zuckenberg, affermando che potrebbero prendere in considerazione l’offerta l’anno prossimo.
Magari dopo “un ritocchino” al rialzo?