Sui diritti televisivi del calcio italiano lo scontro è ormai furioso. Da una parte Sky, dall’altra la Lega di Serie A: le posizioni sembrano sempre meno concordabili e tra le parti adesso volano gli stracci.
L’ultimo scontro ha infiammato il fine settimana. Ha iniziato Sky a recriminare comportamenti ritenuti poco chiari da parte dell’organismo che dirige i club del massimo campionato di calcio italiano e dei suoi dirigenti. In una nota, Sky ha puntato il dito contro Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega. Secondo il network televisivo: “L’ad della Lega di Serie A ci ha comunicato in questi giorni, tramite una telefonata, la richiesta da parte della Lega che Sky rinunci alle precisazioni presentate nel corso della trattativa privata, dato che la Lega nutrirebbe dei dubbi sulla ammissibilità della nostra offerta ritenendola condizionata. Questa comunicazione e il suo tempismo sono a dir poco sorprendenti, visto che la posizione viene esplicitata dopo oltre un mese e mezzo dalla definizione delle offerte e a pochi giorni dalla loro scadenza”.
Per Sky la questione non si sta incanalando verso una felice conclusione: “L’invito a dettagliare l’offerta con l’indicazione dell’impegno della Lega a distribuire il proprio canale con le partite di Serie A direttamente agli utenti, è stato esplicitamente fatto dall’Ad e dai legali della Lega, nel corso delle trattative private che si sono svolte dinanzi alla Commissione e al notaio. Sky ha pertanto inviato una lettera alla Lega in cui ha ribadito che la sua offerta non contiene nessuna condizione e che la posizione della Lega sarebbe infondata, in contrasto con la legge Melandri e pregiudicherebbe le dinamiche competitive che la Lega ha il dovere di assicurare”.
Quindi la conclusione che lascia pochi margini: “L’aggiudicazione dell’offerta di Sky porterebbe a un risultato più competitivo, perché le dirette televisive delle partite dell’intero campionato sarebbero offerte sia dalla Lega sia da Sky, con evidente beneficio per la Serie A, i clubs e gli spettatori, tenuto conto che sarebbero visibili su tutte le piattaforme. Tanto più se si considerano anche le difficoltà del 60% delle famiglie italiane ad accedere alla rete con connessioni veloci, come ricordato dal Ministro dell’innovazione tecnologica e della transizione digitale”.
Marina Pisacane
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