Arriverà tra lunedì e mercoledì la pronuncia del Tribunale di Milano sulla conferma o la revoca del provvedimento di sospensione di urgenza del bando con cui Mediapro ha messo all’asta i diritti tv della Serie A per il triennio 2018/21. Si è tenuta oggi un’udienza tra le parti in un clima molto acceso. Se Claudio Marangoni, presidente della Sezione Impresa, deciderà di confermare la sospensione, Mediapro dovrà indire un nuovo bando, modificando le criticità. Altrimenti l’invito ad offrire dell’intermediario spagnolo tornerà pienamente valido. In ogni caso la parte insoddisfatta della sentenza avrà quindici giorni di tempo per presentare un reclamo. Anche il presidente del Coni e Commissario della Lega A, Giovanni Malagò, ha espresso la sua preoccupazione per l’esito della querelle, sottolineando di non avere alcun potere per risolvere la questione. Si è detto tuttavia aperto ad un’opera di mediazione tra le parti.
Del bando predisposto da Media Pro Sky ha contestato soprattutto i minimi d’asta tenuti segreti e i pacchetti con eventi da 270 minuti, comprensivi di telecronaca della partita, intervista e raccolta pubblicitaria. Per i legali della pay tv in tal modo Mediapro non si configurerebbe come semplice intermediario, ma come attore nel mercato degli operatori di comunicazione. Sky ravvisa nell’operato di Mediapro la violazione del Decreto Melandri e del provvedimento emanato dall’Antitrust il 14 marzo. In molti hanno evidenziato la quasi totale mancanza di giurisprudenza in questo settore. Unico precedente con similitudini, sempre con protagonista Marangoni, è il ricorso cautelare presentato da Conto Tv nel 2010 per la sospensione del contratto tra Lega Calcio e Sky. Quel ricorso fu respinto.
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