Sky manda a casa tre giornaliste e Assostampa Romana avvia la procedura contro la decisione della tv satellitare di allontanare dalla redazione le tre reporter. Nei giorni scorsi la tv di Murdoch ha inviato la comunicazione ufficiale alle redattrici mandate via per non aver accettato il trasferimento deciso dall’ azienda, o perché non avevano la copertura della legge 104, una legge che permette il trasferimento nel luogo in caso di familiari bisognosi di cure. L’anno scorso Sky aveva inviato a una settantina di giornalisti l’avviso di trasferimento dalla redazione di Roma a Milano. La tv satellitare firmò un accordo con i giornalisti che stabiliva un bonus per chi decideva di accettare lo spostamento entro il 30 aprile, in una procedura definita spreed da Sky Italia. FNSI, assieme a Assostampa Romana e l’Associazione Lombarda giornalisti condannarono la decisione dell’azienda perché ritenuto impensabile , che a fronte di un investimento di 29 milioni di euro, l’azienda non desse garanzie certe di ricollocamento per 14 giornalisti. Il comitato di redazione , insieme con l’Associazione della Stampa Romana ha condannato e proceduto contro Sky. “Sky ha fatto carta straccia di un accordo sindacale – ha affermato Associazione della Stampa Romana -, Sky ha violato una legge dello stato. Le colleghe tutte donne, sanno già che stampa romana sarà al loro fianco nelle vertenze individuali che vorranno mettere in campo ma il punto non può essere sempre e soltanto questo. Il punto è se una grande multinazionale come Sky puo tranquillamente agire nel modo che ritiene più opportuno, violando accordi sindacali firmati dalla stessa azienda e leggi dello stato, un azienda titolare di autorizzazioni e concessioni pubbliche, un azienda che fa palate di utili, un ‘azienda che incredibilmente in questo momento ha meno giornalisti di quelli previsti nella pianta organica che la direttrice ha indicato nel suo recente piano editoriale. Chiediamo pertanto al vicepresidente del Consiglio e titolare dei dicasteri dello Sviluppo Economico e del lavoro Luigi Di Maio un incontro per discutere di questo tema. Perché il nostro paese non può essere terra di colonialismo aggressivo di chi calpesta senza sanzioni le regole che tutti quanti ci siamo dati”.