Una detrazione fiscale sui testi scolastici e nuove modalità di rilevazione del paniere dei prezzi per l’istruzione: in questo modo il Sil, aderente a Confesercenti, cerca di venire incontro alle famiglie sui costi del corredo scolastico. Il vicepresidente nazionale del Sindacato italiano dei librai con delega all’editoria scolastica, Antonio Terzi, spiega che “come ogni inizio di settembre si parla di caro libri e di caro scuola. I dati usciti in questi giorni sono molto lontani dalla realtà. Va innanzi tutto detto che esistono dei tetti di spesa imposti alle scuole dal ministero dell’Istruzione che consentono di non superare i 350 euro a studente per l’acquisto dei libri, nelle sole classi di inizio ciclo (prime e terze per intenderci nelle superiori, prime alla secondaria di primo grado), i tetti sono ben più bassi negli anni seguenti. Inoltre sono in molti a fare la scelta dei testi usati, riducendo ulteriormente i costi anche in considerazione delle entrate prodotte dalla vendita dei testi che non si usano più”.
Terzi racconta che “le cifre di cui si parla tanto in questi giorni, 1200 euro a studente (anche se riferite all’intero corredo scolastico zaini, diari, quaderni penne e oggetti che si acquistano una tantum, come i dizionari), sono assolutamente eccessive e lontane dalla realtà. Alcuni acquisti inoltre svolgono la loro utilità su più anni e non è nemmeno statisticamente accettabile imputarle alla spesa di ogni anno. Nelle ricerche di quest’anno, poi, vengono esposti prezzi riferiti alle cartolibrerie assolutamente non realistici. Anche a seguito di un incontro avuto a inizio luglio con Federconsumatori, oltre a riproporre la detraibilità fiscale degli acquisti per l’istruzione, il Sil invita le Associazioni dei consumatori non solo a produrre una ricerca comune sui costi dell’istruzione, ma anche a realizzare insieme un vero e proprio vademecum che guidi il consumatore negli acquisti e nel risparmio. Siamo certi che emergerebbero risultati sorprendenti che consentirebbero di ricostruire l’immagine delle cartolibrerie del territorio, penalizzate dalle ricerche appena pubblicate”.
Il vicepresidente del Sil si sofferma poi sul difficile momento in cui si trova la categoria dei librai: “in pochi sanno che ogni giorno chiudono in media 5 piccole librerie (dati 2014). Ci ritroviamo schiacciati tra gli editori, con i quali è impossibile contrattare e la Grande Distribuzione, che riesce ad applicare sconti aggirando i limiti della legge Levi (entrata in vigore il primo settembre 2011 fissa un tetto massimo di sconto sui libri al 15%). Non è possibile accettare, a livello di sistema-Paese, che si consenta alla grande distribuzione organizzata con queste operazioni di azzerare la concorrenza”.
L’impegno del Sindacato italiano dei librai, conclude Terzi, sarà quello di “creare un progetto comune che riunisca attorno al tavolo il Governo, le Associazioni dei Consumatori ed i sindacati dei librai per giungere ad accordi che vadano a vantaggio di tutti: dei nuclei familiari che, quotidianamente, devono affrontare spese per far studiare i loro figli e, naturalmente, della tutela di quanto resta del tessuto delle librerie e cartolibrerie del territorio”.
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