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Siddi su agenzie, ridurre occupazione non e’ sinonimo riforma

Il logo della Federazione nazionale dell stampa

”Il tema agenzie di stampa e del loro rapporto con il governo venuto prepotentemente alla ribalta in questi giorni pone una questione ineludibile: la riduzione dell’occupazione dei giornalisti non puo’ essere elemento accettabile di innovazione e riforma”. Lo afferma il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, commentando la dichiarazione del sottosegretario Legnini successiva al tavolo tecnico delle agenzie di stampa con gli editori. Il sindacato dei giornalisti esorta: ”Venga accolta percio’ la richiesta di moratoria di qualsiasi procedura o iniziativa che mira a ridurre l’occupazione giornalistica durante questo anno da dedicare alla definizione del progetto di riforma anche nei rapporti contrattuali che le agenzie nazionali hanno con lo Stato che sono stati rinnovati sulla base di standard che altrimenti non potrebbero che essere garantiti su un piano meramente formale, amministrativo ma non sostanziale”. ”Ammodernare e’ sicuramente necessario – prosegue Siddi – intendendosi prima su questo termine e valutando quanto sia importante il pluralismo dell’informazione primaria che puo’ essere salvaguardato attraverso processi di sinergia, anche tematica, di sicuro interesse, allo scopo di valorizzare offerta informativa e sua completezza insieme con le professionalita’ indispensabili per produrla”. ”Non si possono quindi deprimere le risorse professionali a buon mercato per semplici ragionamenti ragionieristici che avrebbero corto respiro, non garantirebbero qualita’, quantita’, completezza dell’informazione specifica prodotta e farebbero venir meno gli standard contrattuali con il sistema pubblico”, aggiunge. ”Il sindacato dei giornalisti – conclude il segretario della Fnsi – intende dire la sua fino in fondo su questi processi e sollecita percio’ che intanto gli ammonimenti e l’iniziativa del sottosegretario all’editoria Legnini per una moratoria sull’occupazione vengano immediatamente accolti come condizione indispensabile di una riforma che, a quel punto, dovra’ anche legittimamente avere una condizione pluriennale di validita’ dei contratti stessi”. (ASCA)

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