Accesso alla stampa vietato, via libera solo alle tv straniere, l’ex comico genovese caccia i giornalisti dal backstage di piazza San Giovanni. Questa la politica adottata al Sarà un piacere day, ultima tappa dello Tsunami tour prima del silenzio elettorale. «Appena andiamo su al governo tagliamo tutta questa gente qua», con queste parole Beppe Grillo chiude il suo comizio riferendosi alla classe giornalistica, «è la stampa il vero fascismo».
A tutti i cronisti italiani è stato impedito di entrare nella zona palco, riservata solo ai reporter stranieri. Ennesima conferma, quella dell’ex comico genovese, di voler tagliar fuori la mediazione giornalistica escludendo così dai giochi il quarto potere italiano. «Hanno detto che io non do interviste», attacca il leader del M5s. «Ho dato interviste a tutte le televisioni del mondo. Sono tutte qua, tranne le nostre tv che continuano a mentire – insinua stizzito – aspettano che la gente sia andata via e inquadrano le piazze vuote». «È una linea antidemocratica e irresponsabile che non ci tapperà la bocca», denuncia il segretario generale della federazione nazionale della Stampa italiana, Franco Siddi. «Quando Grillo si nega ai giornalisti italiani e li insulta, accettando solo quelli stranieri, rivela solo i propri nervi scoperti». E ancora: «Non vuole reporter italiani perché potrebbero fargli domande scomode – conclude – Questo va ricordato sempre, anche quando raccoglie intorno a sé grandi folle com’è naturale per chi è un artista istrionico e, quindi, sempre più da baraccone».
Intanto, il fenomeno Grillo fa il pienone nella capitale. Inizia a parlare alle 20.50 di ieri sera – dieci minuti prima del previsto – e finisce il suo comizio dopo un’ora. I grillini presenti in piazza San Giovanni, secondo Grillo, «sono 800 mila, più 150 mila collegati in streaming». Numeri da capogiro, degni di un concertone del primo maggio, quando San Giovanni è della Cgil. E il boato della folla lo sostiene all’unisono quando, rivolgendosi alla vecchia classe politica, tuona «tutti a casa». E ancora: «Arrendetevi, ormai siete circondati».
«Se eleggeremo cento dei nostri, apriremo il Parlamento come una scatola di tonno», avverte dal suo palco. «Siamo la terza, la seconda, anzi la prima forza politica del Paese», continua. «Io ho dato solo fuoco alla miccia: il resto lo abbiamo fatto insieme. Non sono il leader ma solo il portavoce di tutti». Dopo un’ora, l’ex comico finisce il suo comizio ma resta sul palco con il sindaco di Parma, un deputato regionale siciliano e Gianroberto Casaleggio, all’esordio davanti alla folla. Poi abbandona la piazza a bordo di un camper procedendo a passo d’uomo, circondato dai suoi fan che lo seguono per tutta via Merulana fino a viale Manzoni.
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