”Tagli o riforme? Un’azione di risanamento dei conti senza sviluppo non serve al presente e non produce futuro. Per intendersi su cosa sia un progetto riformatore non servono molti seminari ma poche parole chiare sugli obiettivi di prospettiva e di sistema”. Lo ha detto il segretario della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), Franco Siddi, riprendendo e rilanciando il suo intervento al secondo congresso Mediacoop in corso a Roma, che riapre cosi anche il confronto con il sottosegretario Bonaiuti.
”La riforma dell’editoria -ha sostenuto il segretario Fnsi- non si fa avendo come fine primo il taglio della spesa pubblica ma avendo come obiettivi trasparenza, pluralismo, lavoro regolare e sviluppo. Una riforma della legge e dell’intervento pubblico nel settore è indifferibile oggi per almeno quattro motivi: arrestare l’impoverimento di un sistema chiamato a profonde trasformazioni, accompagnare il cambiamento per arricchire, non deprimere, il pluralismo e l’occupazione professionale, che ne è la base produttiva indispensabile. Ma davanti a una riforma che da tre anni, per il Governo, è solo materia di ripetuti annunci e assenza di proposte, ora è drammaticamente urgente stabilire il quadro degli impegni pubblici soprattutto per l’editoria no-profit che dia garanzie di intervento almeno su base triennale. In caso contrario decine di testate organizzate da cooperative e da movimenti di idee potrebbero chiudere in poco tempo: un disastro per la libertà dell’informazione e il suo pluralismo, per il lavoro, per gli sforzi generosi di tanti lavoratori, non solo giornalisti, che associandosi in cooperativa, tentano di alimentare un sistema d’informazione altrimenti più povero e molto concentrato. Non si può andare avanti con la logica della lotta periodica e delle concessioni annuali, che lasciano sempre in scia qualcosa in meno e altri giornali in coma”.
”Il sostegno pubblico – ha affermato Siddi – deve privilegiare le cooperative di giornalisti e lavoratori in ragione dei contenuti editoriali realizzati in proprio, della apertura del sistema a tutte le voci politico culturali della promozione e tutela dell’occupazione regolata. L’industria dell’editoria oggi è tutta in difficoltà. Occorre uno sforzo intenso non solo per la sopravvivenza ma soprattutto per il rilancio sulla base della trasparenza e della chiarezza. Si tratta di liberare l’informazione da vincoli e lacci e anche da manovre finanziarie che la vogliono soggiogata e immiserita”. (Asca)
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