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SIDDI, APPREZZABILE BONAIUTI SU RIFORMA EDITORIA, MA SERVE CERTEZZA SUI FONDI

«E’ apprezzabile la volontà del sottosegretario Bonaiuti, di riavviare un confronto serrato tra le parti sociali per la riforma della legge di settore, ma occorre chiarire prima quali siano le risorse disponibili. Se saranno confermati i drastici tagli dei fondi per il sistema industriale dell’informazione, un centinaio di testate rischieranno la chiusura e quattromila persone il posto di lavoro». Lo afferma in una nota il segretario della Fnsi, Franco Siddi. La Fnsi, «disponibile fino in fondo al confronto, come già ha fatto nella prima riunione di ieri a Palazzo Chigi, non potrà considerare riforme le buone intenzioni e non darà mai alcuna copertura a operazioni di bilancio decise fuori da una logica di sviluppo e di sistema come avvenuto finora. Servono scelte coraggiose e nette che – prosegue Siddi – comincino a rompere, per esempio, lo squilibrio del mercato pubblicitario se si vuole contenere la spesa pubblica non solo per quanto riguarda i contributi ma soprattutto per quanto riguarda gli oneri per gli ammortizzatori sociali che una crisi indotta dalle assenze dello Stato può far precipitare rapidamente».
«La Fnsi nei giorni scorsi ha avanzato una proposta in cui chiede risposte precise al Governo: introdurre una tassa sulla pubblicità delle televisioni per creare un fondo a sostegno dell’editoria che si misuri sui parametri dell’occupazione e della diffusione; operazione possibile anche con manovre sull’Iva dei prodotti allegati. Altre proposte di razionalizzazione sono sul Tavolo e note al sottosegretario Bonaiuti», sottolinea Siddi per cui «serve subito la certezza sulle risorse per la fase di transizione che si apre, perché altrimenti qualsiasi intervento avverrebbe a ‘babbo morto’. Gli appuntamenti del sottosegretario in Parlamento, chiamato nei prossimi giorni a riferire alla Camera, saranno la prima cartina di tornasole per valutare se davvero c’è la determinazione per una riforma che non sia solo fatta di annunci. Siamo all’ultima chiamata», conclude.

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