Sicilia: da Ordine e Assostampa 2 esposti a Pm su governatore

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Il governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta
Il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta
Il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta

“Davanti alla sordità cronica del governatore Rosario Crocetta e alle sue continue violazioni e omissioni non rimane altra strada che rivolgerci alla magistratura”. Così il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena, e il segretario regionale dell’Assostampa, Alberto Cicero, hanno annunciato di avere presentato alla Procura della Repubblica di Palermo due nuovi esposti denuncia nei confronti del presidente della Regione, “per fare luce – sostengono – sulla zona d’ombra da lui creata attorno all’ufficio stampa di Palazzo d’Orleans”.
“Crocetta – proseguono Arena e Cicero – ha ignorato le due diffide che gli abbiamo inviato l’estate scorsa. Una per conoscere, in base alle norme sulla trasparenza degli atti amministrativi, i criteri con cui avrebbe scelto i giornalisti per ricostituire l’ufficio stampa e l’altra per sapere a che titolo una pubblicista figurava come addetto stampa della Regione in un sito che raccoglie ufficialmente tutti gli uffici stampa degli Enti pubblici d’Italia”.
“Non avendo il governatore risposto ai quesiti – spiegano Arena e Cicero – posti in termini formali e legali, i pm sono stati invitati a verificare se, in base all’articolo 328 del Codice Penale, sia stata posta in essere una omissione di atti d’ufficio”.
“La Procura di Palermo – sottolineano presidente dell’Ordine e segretario del sindacato – ha già aperto un fascicolo, dopo la nostra denuncia relativa alla diffusione giornaliera di comunicati stampa da parte di Crocetta e degli assessori della sua giunta. Ciò in aperta e continua violazione delle norme che regolano l’esercizio della professione di giornalista e in spregio tra l’altro alle regole di pluralismo e obiettività. Osserviamo infine – concludono Arena e Cicero – che Crocetta purtroppo viene sempre più imitato da amministratori locali che si improvvisano giornalisti e tolgono lavoro ai giornalisti veri”.

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