Dare ai consumatori un’offerta di prodotti audiovideo legale, alternativa alla pirateria, concertata con le compagnie telefoniche ma anche con tutti gli operatori del settore. E’ questo l’obiettivo per il 2010 della Società italiana autori ed editori (Siae) in tema di rispetto di diritti d’autore nell’era di Internet e delle multipiattaforme.
Virginia Filippi, consulente multimediale della Siae ha spiegato che il coinvolgimento delle compagnie telefoniche per il pagamento del valore generato e non della singola fruizione, nasce dalla considerazione che in Italia sono “8 milioni gli abbonati alla banda larga per usi domestici”, “la media dei contenuti audiovideo che passa è di 1.300 files al mese”, e che “il pirata medio non è un ragazzino ma appartiene alla fascia d’età 25-44 anni, cioè quella che in altri mercati è definita responsabile d’acquisto”.
La Siae “ha creato Legal Bay – ha ricordato Virginia Filippi -, in contrapposizione a Pirate Bay, una piattaforma di offerta integrata di contenuti audiovideo che prevede accordi con i titolari dei diritti, alla quale stanno aderendo produttori musicali e cinematografici”.
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