Si apre il dibattito sul ruolo dei giornalisti in Rai. Due appuntamenti, ieri, hanno ufficialmente riaperto la discussione su un tema che è diventato centrale e non soltanto per la radio-tv di Stato. L’informazione diventa fondamentale in un’epoca come questa: dopo due anni di pandemia, è esploso il conflitto tra Ucraina e Russia. Il rischio delle fake news incombe su temi che sono fondamentali per la tenuta della democrazia in un tempo di grandi cambiamenti.
Ieri, dal punto di vista istituzionale, c’è stato un incontro tra l’amministratore delegato Rai Carlo Fuortes e il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli. Con lui, anche la segretaria Paola Spadari. Sia dalla Rai che dal Cnog hanno assicurato che si è trattato di un “colloquio cordiale”. Sul tavolo il “futuro del sistema pubblico multimediale, sull’evoluzione tecnologica dei mezzi di comunicazione, il ruolo centrale dei giornalisti e il valore dei criteri deontologici nell’informazione”. Tradotto: web, digitale e carte dei valori.
Nel frattempo, ad Assisi, si è riunita l’assemblea dei comitato di redazione e dei fiduciari. Le organizzazioni dei giornalisti Rai hanno licenziato ed approvato una mozione importante che fonda le basi per un nuovo dialogo con i vertici dell’azienda. Nel documento è stata ribadita “la centralità dell’informazione nel contesto del servizio pubblico nel momento in cui la Rai è chiamata ad un confronto sul rinnovo del contratto di servizio”. E dunque sottolinea la necessità di intavolare il dialogo tra le parti, giornalisti e vertici Rai. “Dopo l’approvazione da parte dell’Agcom delle linee guida per il contratto di servizio, serve aprire un dibattito pubblico sulla nuova missione del servizio pubblico, su come adeguare gli obblighi alle nuove esigenze dei cittadini”.
Ma le dinamiche del confronto, per i giornalisti Rai, dovranno essere diverse. Pubbliche e trasparenti, realmente partecipate. “Ci auguriamo che la discussione non avvenga solo nel chiuso delle stanze e si renda pubblica solo a fatti compiuti, ma che si apra una fase di ascolto. L’Usigrai come sempre è pronta a fare la propria parte, per la necessaria e urgente riforma della Rai Servizio Pubblico”. Alcuni appunti sono stati ribaditi dai sindacati. “Realizzazione di un piano industriale che completi la trasformazione da broadcaster a digital media company di servizio pubblico e che valorizzi adeguatamente gli asset industriali della Rai che non possono essere usati per ripianare i conti”.
Ma non è tutto, le richieste proseguono. “Al tempo stesso è imprescindibile la valorizzazione delle professionalità interne in tutta la filiera dell’informazione: dal testo, alle immagini fino al montaggio. Esternalizzare, lo abbiamo dimostrato numeri alla mano, non è economicamente conveniente e priva il servizio pubblico della propria autonomia”. E infine. “Autonomia che non potrà essere garantita fino a quando la riforma della governance non libererà la Rai dal controllo dei partiti, controllo che va dalla determinazione delle nomine fino alla scelta delle linee editoriali”.