Il governo ha deciso: via libera al decreto che “pensiona” i sovrintendenti ultra70enni, per Carlo Fuortes è solo questione di settimane prima di vedersi proporre, ufficialmente, la guida del teatro San Carlo di Napoli. Purché, ça va sans dire, lasci libera la poltrona da amministratore delegato della Rai. Il governo, ovviamente, si affretta a smentire. Anche perché, nel frattempo, l’attuale inquilino del San Carlo, Stephane Lissner, ha promesso di far partire una guerra senza quartiere contro la norma che lo costringerebbe, come lo costringerà, a lasciare la poltrona al San Carlo. Intanto le organizzazioni sindacali, tanto in Rai quanto tra i giornalisti, attaccano duramente Palazzo Chigi.
Il ministro all’agricoltura Francesco Lollobrigida, uno dei colonnelli di Fratelli d’Italia, si è affrettato a tentare di smorzare polemiche, rumors e indiscrezioni. Ha spiegato l’ok del consiglio dei ministri al decreto e ha ribadito che a Fdi non interessa la “lottizzazione”. Sarà, ma il partito di Giorgia Meloni qualche sassolino dalla scarpa se lo dovrà pur togliere. Dal momento che, all’epoca del governo Draghi, fu l’unico a restare senza nemmeno un consigliere di amministrazione. Nonostante fosse l’unico partito all’opposizione. Costretto, per quanto riguardava la Rai, a farsi rappresentare dai consiglieri espressi dai colleghi di Lega e Forza Italia. Che, invece, in quel governo c’erano eccome.
Lollobrigida ha spiegato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera e rilanciata da diversi media: “Il ministro Sangiuliano ha rimosso una criticità che provocava una disparità di trattamento tra sovrintendenti italiani e stranieri. Non capisco la strana connessione che si fa con Fuortes e il San Carlo”. Dunque ha chiarito: “Fuortes, che è persona autorevole, può decidere se accettare o meno l’opportunità di guidare il San Carlo, nel caso si presentasse. È una sua valutazione”. Per il cognato della premier: “La malignità è nella testa di chi mette in connessione questa possibilità con il decreto sui soprintendenti”.
Le parole di Lollobrigida non hanno convinto per nulla l’Usigrai e la Fnsi. Che, sul caso, hanno licenziato una nota dai toni furenti. “Un decreto legge per occupare la Rai è un atto di protervia istituzionale senza precedenti”, accusano l’esecutivo dell’Usigrai e la Federazione nazionale della Stampa italiana. “Il governo – incalzano Fnsi e Usigrai – non si accontenta della pessima legge sulla governance, voluta da Renzi, e va oltre: con un decreto fa cartastraccia di ripetute sentenze della Corte costituzionale. È solo l’inizio di una totale occupazione della Rai Servizio Pubblico che ha come obiettivo quello di cambiare la narrazione del Paese, come ampiamente dimostrato dalle dichiarazioni di esponenti delle istituzioni e del governo”.