La paventata chiusura della sede rodigina de Il Resto del Carlino ha fatto infuriare Assostampa e il sindacato dei giornalisti del Veneto. Anche le sigle di categoria sono intervenute sulla questione che già nelle scorse ore aveva indotto le istituzioni regionali, in prima linea il governatore Luca Zaia e l’assessore Elena Donazzan, a chiedere alla dirigenza del gruppo editoriale di non procedere al “disarmo” della presenza fisica nell’area di Rovigo e del Polesine.
All’esito di una seduta comune, in cui Assostampa e Sgv hanno “preso atto con profondo rammarico della chiusura dell’edizione di Rovigo del Resto del Carlino a far data dal 1. Febbraio”, le associazioni dei giornalisti hanno stigmatizzato la scelta. E hanno messo nero su bianco la loro posizione. In un documento che è stato pubblicato, tra l’altro, anche sulle piattaforme web delle organizzazioni. “Si tratta di una testata storica nella provincia e la sua cancellazione sottolinea come si sia persa l’ennesima occasione per mantenere il più ampio pluralismo possibile dell’informazione in Polesine”.
Sindacato e Assostampa hanno ricordato che . “Già un anno fa si erano mobilitati fin da subito per scongiurare tale esito, raccogliendo molte attestazioni di solidarietà e vicinanza da parte di amministratori, politici, imprenditori anche con promesse di azioni concrete per salvare l’edizione rodigina del Carlino”. Ma oggi la situazione è diversa. “Amareggia riscontrare che ancora una volta gli impegni presi di indefiniti aiuti non sono stati onorati, circostanza che comprova che l’informazione solo a parole viene considerata ‘presidio di democrazia’ e che è più semplice diramare un comunicato che attivarsi nei fatti”.
“La portata della decisione è di estrema gravità per l’informazione in provincia e va ascritta in primis alle responsabilità dell’editore che l’ha presa”. Assostampa e Sindacato ripetono un refrain che, ormai, si recita sempre più spesso. “La condanna della redazione di Rovigo infatti arriva dopo un lungo e costante depauperamento delle risorse umane e di un altrettanto lungo e costante disinvestimento, i quali hanno ridotto i margini se non di un rilancio almeno di un recupero sensibile della diffusione del giornale, ridotto a un’appendice dell’edizione ferrarese”.
Questa situazione fa insorgere “una notevole preoccupazione per il futuro occupazionale dei giornalisti, collaboratori e fotoreporter del Resto del Carlino di Rovigo che, seppure sottoposti da tempo dall’editore a compensi irrispettosi della dignità del lavoro giornalistico, ora si ritrovano senza alcuna fonte di reddito. In tal senso il cdr ha interloquito con la proprietà per la garanzia di dare continuità lavorativa nell’edizione di Ferrara e sul sito che conterranno alcune sezioni dedicate al Polesine. Infine l’annunciata abbinata della parte generale di Qn con un quotidiano locale appare solo ed esclusivamente un escamotage commerciale, che nulla ha a che fare con il pluralismo informativo”.
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