«Trenta giornali sono in pericolo di vita per colpa di questo governo: chi ha, per davvero, a cuore la democrazia non può rimanere in silenzio. È ora di alzare la voce e di denunciare quanto sta avvenendo». È quanto afferma Pino Sgobio del Pdci, ex capogruppo del partito alla Camera.
«Quella che il decreto Tremonti sta compiendo sulla pelle della libertà d’informazione – continua Sgobio – è una vera e propria mascalzonata. Tagliare la testa (perchè di questo si tratta!) all’editoria non-profit, cooperativa e di partito, infatti, significa voler veder morto il sistema della comunicazione libera, critica e, perciò, scomoda al potente o al manovratore di turno. Un paese civile non può accettare che tutto questo avvenga nel silenzio più assoluto». «In un Paese come il nostro, dove il mercato della raccolta pubblicitaria, fondamentale per mantenere in vita qualsiasi impresa editoriale, è nelle mani di pochi soliti noti – sottolinea Sgobio – i fondi per questo tipo di editoria sono una conquista di civiltà e rappresentano un’ancora di libertà. Un punto fermo imprescindibile per continuare ad avere voci ‘altrè e ‘diversè, rispetto a quelle che dominano il nostro panorama editoriale odierno». «Il refrain di questo governo – conclude Sgobio – è drammaticamente sempre lo stesso: forte con i deboli e debole con i forti. Petto in fuori con chi non ha forza e muscoli a sufficienza e spallucce con chi fa comodo, fa profitti, specula in borsa o vive sulle spalle dei lavoratori. A questo punto, come tutto lascia purtroppo supporre, il Berlusconi quater si appresta a varare l’ennesima missione autoritaria e reazionaria contro un pilastro della democrazia compiuta. Serve una presa di coscienza politica e sociale forte e determinata, prima che, di peggio in peggio, non ci sia più nemmeno lo spazio di poter denunciare le tante iniquità che avvengono in Italia».
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