Si è aperto ieri a Salerno (durerà fino al 24 novembre) il XIII Congresso nazionale dell’Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai). Si tratta di una tappa importante per il rinnovo dei vertici del sindacato, guidato negli ultimi sei anni da Carlo Verna. Inoltre è un’occasione per riflettere sulle condizioni dell’informazione pubblica in Italia. Incluse le problematiche relative al contratto dei giornalisti della tv di Stato. Pare non sia stato ancora chiarito il rinnovo contrattuale della prossima primavera.
Si parlerà, inoltre, delle condizioni di “mamma Rai”. Mai come ora il servizio pubblico versa in gravi difficoltà economiche. Addirittura non sono assicurate le risorse reali per mandare avanti la baracca. La pubblicità scarseggia e il canone è sempre più evaso. Quindi ogni previsione vagamente rassicurante per i lavoratori sembra un azzardo.
Ancora una volta, Verna, segretario uscente dell’Usigrai, ha invocato una Rai libera dalla lottizzazione partitica. «La politica si occupi di regole da far rispettare e non di nomi di persone da piazzare. Il servizio pubblico non è un premio di maggioranza, ma è dei cittadini». Non a caso il titolo del Congresso è “Restituiamo la Rai ai cittadini”. Un titolo che segue la scia della campagna itinerante dell’anno scorso, portata avanti dallo stesso Usigrai: “Riprendiamoci la Rai”. Quest’ultima iniziativa aveva infatti l’obiettivo di liberare la tv di Stato dalle “grinfie” dei partiti. Orami si tratta di un “topos” classico che va avanti da decenni, nonostante i numerosi proclami. «A Viale Mazzini i giornalisti con la schiena dritta sono tanti, ma non tutti. E noi abbiamo il dovere di migliorare le cose. Altrimenti saremmo una casta», ha affermato Verna.
È intervenuto, approfittando dell’evento, anche il sindaco della città “ospitante”, Vincenzo De Luca. Il primo cittadino salernitano ha raccolto il messaggio di Verna. «La Rai deve liberarsi della politica politicante», ha affermato il primo cittadino. Da De Luca è arrivato anche un appello preciso alla linea editoriale della Rai. Per il capo dell’esecutivo il servizio pubblico fornisce un’informazione parziale e rinuncia a raccontare alcuni aspetti delle realtà locali. «Aiutateci a diffondere l’immagine di un altro Sud. La Rai deve raccogliere le immagini vere dell’Italia che funziona, nonostante le politiche del Governo che sta distruggendo le autonomie locali. I nostri successi, come il buon funzionamento delle raccolta differenziata, purtroppo, non fanno notizia. Che la Rai usi la rete come veicolo di arricchimento reciproco e di democrazia», ha dichiarato, con amarezza, De Luca.
In effetti la nuova governance di Viale Mazzini ha già delineato le colonne portanti del nuovo corso. Si tratta dell’indipendenza, della innovazione e di internet. Sono questi i tre diktat basilari del presidente, Anna Maria Tarantola, e del dg, Luigi Gubitosi. In teoria è un progetto impeccabile e largamente condivisibile. Bisogna, però, metterlo in pratica. E le risorse, come detto, non sono cospicue.
Tuttavia non mancano segnali incoraggianti. Sempre ieri nel quartiere napoletano di Scampìa, nell’Auditorium di Viale della Resistenza, è stata trasmessa l’anteprima nazionale di un documentario sulla realtà del malfamato agglomerato urbano partenopeo. Il titolo è evocativo “N.U. Nettezza Urbana. Piovono fiori su Napoli e Scampìa”. In effetti si tratta di un opera che tenta di descrivere, in un’ora e venti minuti, anche il lato positivo del “borgo delle Vele”, fatto di coraggio, solidarietà, impegno nel sociale e sogni di riscatto. Il video, realizzato dal giornalista Nevio Casadio, sarà trasmesso sulle reti del servizio pubblico sabato prossimo, 24 novembre, su Rai Storia. L’unica pecca è l’orario “elitario”. Il documentario, infatti, andrà in onda dalle 23 in poi.
Erano presenti all’anteprima sia la Tarantola che Gubitosi. Con loro anche Silvia Calandrelli, direttore di Rai Educational, la struttura che ha prodotto l’opera.
Non sono mancati gli elogi. «Un bel lavoro. Siamo orgogliosi. Si tratta di un programma fatto molto bene e ricco di contenuti [ma perché non trasmetterlo in prima serata, ndr]. La Rai sarà sempre a fianco di realtà difficili come Scampìa. Contate sempre su di noi», ha affermato il dg napoletano Gubitosi.
«La Rai deve e vuole svolgere un ruolo centrale per combattere il degrado e la criminalità e sostenere chi lo combatte», ha aggiunto la Tarantola.
In effetti c’è da precisare che circa un mese fa il servizio pubblico ha mandato in onda una “maratona televisiva” di dieci ore (dalle 11 alle 21), intitolata “Scampìa, Italia”, per dare voce a chi lotta per riqualificare “le Vele”. Per quella occasione unirono le forse il Tg2, il Tgr Campania e il canale tematico Rai News.
Ma non di sola filantropia e solidarietà vive la Rai. A fine anno scade il contratto di Alberto Maccari, direttore ad interim del Tg1 chiamato, già a pensione maturata, a sostituire Augusto Minzolini, finito sotto processo con l’accusa di peculato.
A breve la nuova dirigenza dovrà decidere chi traghetterà il notiziario dell’ammiraglia fino e oltre le elezioni politiche del 2013. Si tratta di una decisione editoriale. Quindi, stando alle nuove regole di governance, l’ultima parola dovrebbe averla il cda.
Già circolano i primi nomi. I papabili sono Monica Maggioni, inviata del Tg1, Mario Orfeo, direttore del Messaggero e Marcello Sorgi, ex direttore de Tg1 e della Stampa, del quale oggi è editorialista.
A dar retta ai rumors sembra che Tarantola e Gubitosi prediligano la Maggioni, anche per dare una svolta “femminile” alla testata. E favorevole alla Maggioni sarebbe anche la segreteria dell’Usigrai. La componente Pd del sindacato, tuttavia, non vedrebbe di buon occhio la giornalista perché sarebbe “vicina” alle idee di Minzolini.
Vedremo.