Le tariffe italiane per i servizi wholesale su rete fissa dovranno essere riformulate. E’quanto afferma l’Agcom, che ha deciso di ritirare il provvedimento avente ad oggetto la formulazione dei prezzi di terminazione per il triennio 2013-2015. Determinante il parere della Commissione Europea, che ha giudicato troppo alte le tariffe previste per i primi due anni. L’Autorità si impegna a stilare un nuovo schema di delibera, che sarà sottoposto a consultazione pubblica e messo nuovamente al vaglio di Bruxelles.
Le tariffe di terminazione sono i prezzi che un operatore paga ad un altro per scaricare la chiamata del proprio cliente sulla rete del concorrente a cui è abbonato il soggetto che riceve la comunicazione. Fanno parte di un meccanismo asimmetrico che tende a favorire l’affermazione di “new entry” sul mercato. Infatti, l’operatore monopolista paga prezzi più alti rispetto agli altri soggetti attivi, generando perciò ricavi per questi ultimi. La tariffa compresa tra 0,206 e 0,127 centesimi/minuto non ha convinto la Ue che la ritiene “inadeguata” rispetto a quelle praticate dagli altri Stati membri. Poco importa che l’Agcom abbia previsto per il 2015 una riduzione a 0,140 per Telecom e 0,043 per gli altri operatori.
Probabilmente il Garante dovrà adottare, già da quest’anno, un modello BU-LRIC per la determinazione dei prezzi. Si tratta di un sistema ingegneristico che consente di valutare esclusivamente i costi che un operatore efficiente dovrebbe sostenere per costruire e rendere operativa una rete, senza tenere in considerazione quelli ereditati dal passato. Questo sistema, caldeggiato anche dalla Commissione Europea, potrebbe essere l’unico in grado di stimolare gli investimenti, dal momento che fornisce agli operatori una chiara valutazione degli incrementi dei costi calcolati sul lungo periodo.
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