Arriva una pioggia di sanzioni dall’Antitrust per gli operatori di telefonia mobile. Alla base dei provvedimenti dell’Autorità per la garanzia della concorrenza nel mercato c’è il frequente addebitamento di servizi premium indesiderati sulle fatture dei clienti. La dinamica standard è la seguente: l’utente, navigando in Internet o utilizzando applicazioni, clicca su banner pubblicitari che attivano con omissione di preavviso il servizio a sovrapprezzo. 1,75 milioni di euro per Telecom e H3G, 800.000 euro a carico di Vodafone e Wind. Tale è l’entità delle sanzioni che gli operatori dovranno pagare per pratiche commerciali scorrette. La maggiore entità delle sanzioni a carico di Telecom e H3G è dovuta ad un’ulteriore condotta consistente nella diffusione di messaggi privi di informazioni rilevanti. L’Antitrust ha ravvisato due profili di criticità. In primis l’omissione di informazioni sulla pre-abilitazione della Sim al ricevimento di servizi sovrapprezzo. Il Garante sottolinea che l’utente è tenuto a conoscere la procedura di blocco selettivo con cui è possibile impedire tale automatismo. In secondo luogo si contesta il comportamento aggressivo degli operatori, che hanno attivato i servizi senza autorizzazioni al pagamento da parte del cliente. Questo è un tema affrontato di recente anche dall’Agcom. Nei primi 11 mesi del 2014 sono pervenute all’Autorità per le comunicazioni 583 segnalazioni di utenti sconcertati per addebiti imprevisti in bolletta. L’associazione Altroconsumo ritiene che le pratiche commerciali scorrette siano frutto di accordi tra gli operatori telefonici e società terze, specializzate in suonerie e giochi. L’opinione dell’associazione è che gli operatori facilitino i raggiri da parte delle società terze per condividere i soldi sborsati dagli utenti. Per questo motivo l’Agcom sembra intenzionata ad inserire la digitazione del numero in tempo reale come condizione per l’attivazione dei servizi a sovrapprezzo. L’Antitrust condivide con l’Agcom la convinzione per la quale gli operatori sarebbero pienamente coinvolti nelle pratiche truffaldine. L’Agcm concede 60 giorni ai big della telefonia per progettare sistemi di controllo, al fine di evitare la reiterazione di raggiri nei confronti dei clienti.
Giannandrea Contieri
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