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Se “Il Dubbio” rischia, “Il Fatto quotidiano” gongola

Il Tribunale di Roma ha dichiarato l’ineleggibilità di nove membri del Consiglio nazionale forense, tra cui il Presidente, Andrea Mascherin. E questa è sicuramente una notizia. Una notizia che è dietro questa notizia è che il giornale edito dalla fondazione del Consiglio nazionale forense, “Il Dubbio”, è a rischio. Non perché non reggano i numeri, che non hanno mai retto, ma d’altronde si tratta chiaramente di un’iniziativa di natura culturale e politica che ben difficilmente potrebbe rispondere ad una logica di mercato. Le ragioni le dice “Il Fatto quotidiano” in un articolo al vetriolo contro Mascherin e la sua gestione, in cui dice esplicitamente che il vaso di di Pandora è stato scoperchiato e, non guarda caso, all’interno di quel vaso c’è il giornale, da sempre su posizioni contrapposte rispetto al quotidiano diretto da Marco Travaglio. Uno garantista, uno giustizialista, i giornalisti dell’uno dovrebbero rispondere con i fatti, le cronache e le opinioni ai giornalisti dell’altro. Ma per “Il Fatto quotidiano” la supremazia morale, etica, è il presupposto del loro giornale, chi non la pensa come loro è bene che chiuda, chi non la pensa come loro è un altro e nel panorama informativo non ci deve essere posto per gli altri.
Difendere i giornalisti del giornale avversario non è una difesa di privilegi o di casta; ma di libertà di opinione, anche per rafforzare le proprie sulla base del confronto. E allora l’auspicio è che la nuova dirigenza del Consiglio nazionale forense salvaguardi il patrimonio culturale di un quotidiano che ha combattuto battaglie importanti, intervenendo, se ritiene, solo sui vertici dirigenziali della società editrice che in questi anni non sono mai riusciti a dare al giornale quella visione strategica che il giornale, per i contenuti, avrebbe sicuramente meritato.

Enzo Ghionni

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