È polemica – con il Pd nella bufera – dopo il voto che ha salvato dagli arresti domiciliari il senatore Sergio De Gregorio, indagato nell’ambito del caso Lavitola per essersi “indebitamente appropriato” di fondi pubblici per finanziare il giornale L’Avanti.
Secondo le dichiarazioni (palesi) di voto la richiesta del gip di Napoli avrebbe dovuto essere accolta. E invece (col voto segreto) sono stati ben 169 i voti contrari, più sedici astenuti. Molti di più dei 124 pidiellini che avevano annunciato il no alla richiesta dei pm.
Si apre dunque il valzer delle accuse incrociate. “La Lega ha votato a favore dell’arresto di De Gregorio. Chi ha salvato il senatore è stato il Pd”, dice Roberto Maroni sulla sua pagina Facebook. Il segretario in pectore del Carroccio bolla le ricostruzioni giornalistiche che hanno avanzato l’ipotesi che siano stati i lumbard a tradire le dichiarazioni di voto, come “solite bugie della stampa di regime”.”Basta fare i conti – continua Maroni – per scoprire che i senatori leghisti al voto erano solo 18 e la differenza tra voti a favore dell’arresto (109) e voti contro (169) è stata di ben 69. Anche volendo (e non lo volevamo) non potevamo essere determinanti”.
Antonio Di Pietro è durissimo: “Ieri, al Senato, è stato negato l’arresto di Sergio De Gregorio, un parlamentare accusato di reati gravissimi e noi abbiamo votato compatti a favore dell’arresto”. “Pertanto, l’invito che faccio ai cittadini e agli elettori è di non votare più per appartenenze ideologiche o di coalizione, ma scegliere tra persone perbene e delinquenti, valutando chi fa realmente gli interessi del Paese”. La vis polemica dell’ex pm è diretta senza mezzi termini ai democratici. “Prima di partecipare a qualsiasi primaria l’Idv vuole sapere che programma porta avanti il Pd visto che negli ultimi tempi sta portando avanti proprio il programma del Pdl. L’alleanza se la facciano con loro”.
“De Gregorio val bene un Lusi, forse anche due” è l’attacco frontale di Beppe Grillo. Nel suo blog, anche il leader del Movimento 5 Stelle interviene sulla questione denunciando “l’eterno trionfo dell’inciucio in Senato, con baci e abbracci dopo la votazione, che prelude al prossimo salvataggio del tesoriere Lusi della Margherita che ha tirato in ballo Francesco Rutelli, Rosy Bindi, Matteo Renzi, Beppe Fioroni, Dario Franceschini, Paolo Gentiloni ed Ermete Realacci”. “Se Lusi finisce dentro potrebbe cantare come un usignolo – continua Grillo nel post – o fare la fine di Pisciotta e Sindona. Entrambe le ipotesi non sono però ‘politicamente corrette'”.