È scontro tra l’amministratore delegato Rai Carlo Fuortes e il sindacato Usigrai. Tema del contendere le partecipazioni esterne dei dipendenti dell’azienda di Stato. Che si tratti di dibattiti, presentazioni di libri, incontri culturali o politici. È passata una circolare che restringe il limite delle attività esterne a un massimo di dieci l’anno. Non più di due al mese, comunque siano distribuite. La scelta, per il sindacato, è da bocciare. Anzi, si tratta di ìun tentativo di “comprimere le libertà personali dei propri dipendenti”.
In una furibonda nota, Usigrai ha stigmatizzato la scelta “nonostante le numerose emergenze da affrontare per lo sviluppo e il rilancio della Rai, il nuovo vertice trova tempo per tentare di comprimere le libertà personali dei dipendenti”. Parole dure sulla “circolare assolutamente inaccettabile firmata dall’amministratore delegato”. Fuortes che, secondo Usigrai, “vorrebbe limitare la partecipazione dei dipendenti a convegni, presentazioni di libri, e qualunque altra attività esterna a un massimo di 10 l’anno e comunque non più di 2 al mese”.
Inaccettabile perché “tenuto conto che si tratta di attività svolte comunque fuori dall’orario di lavoro, è incomprensibile come l’azienda possa pensare di comprimere la libertà e il tempo libero dei propri dipendenti”. Dunque il sindacato ha tuonato. “La Rai di queste settimane, i cui vertici non hanno brillato per indipendenza e autonomia, appare ora come un’azienda. Che non comprende come la partecipazione qualificata dei propri dipendenti ad eventi esterni porti benefici in termini di credibilità e di reputazione alla Rai Servizio Pubblico. I sistemi di autorizzazione e valutazione delle richieste di partecipazioni esterne alla Rai ci sono da sempre”.
Il che si è tradotto in un impegno. Messo nero su bianco dai sindacalisti Rai. “Ulteriori restrizioni sono considerate dall’Usigrai non ricevibili e non applicabili. Per garantire a tutte le colleghe e i colleghi la possibilità di espletare con serenità e senso di rispetto per tutti i cittadini la propria funzione giornalistica, chiederemo loro di continuare ad inoltrare alla Rai le richieste di autorizzazione anche oltre i limiti stabiliti dalla predetta circolare”. E quindi. “In caso di diniego, i nostri avvocati saranno a disposizione di tutte le colleghe e i colleghi per ristabilire il valore dei principi costituzionali, legali, contrattuali e deontologici, della nostra professione”.
Fuortes non recede, in campo il cdr Tg1
Le parole dell’Usigrai non hanno fatto recedere Fuortes dal suo intento. E infatti l’amministratore delegato Rai ha difeso il contenuto e le disposizioni della circolare. “Il contratto dei giornalisti è in esclusiva, la circolare sugli appuntamenti esterni va mantenuta”. E a poco sono valse, evidentemente, le parole del comitato di redazione del Tg1 che ha sostenuto la richiesta avanzata da Usigrai. “La direttiva sulla procedure di autorizzazione per i dipendenti Rai configura una violazione dell’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di manifestazione del pensiero. Noi non siamo affatto contrari alle regole ma è un controsenso porre un limite alle opportunità di rappresentare e promuovere la nostra azienda all’esterno, così come troviamo controproducente impedire iniziative, spesso su base volontaria, di utilità sociale. Chiediamo procedure più snelle, magari online, e tempi più rapidi per l’autorizzazione”.
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