C’è maretta all’Osservatore Romano: si dimettono le donne del mensile Donna-Chiesa-Mondo per protesta contro la direzone del quotidiano. La fronda è guidata dalla direttrice Lucetta Scaraffia che ha scritto un lungo editoriale corredata da una lettera inviata a Papa Francesco in cui motiva le dimissioni, parlando – come riportato dall’Huffington Post che ha intervistato la docente e giornalista – di un controllo teso a reprimere e silenziare le denunce di abusi che sarebbero state presentate dalle religiose e “il ritorno a una selezione dall’alto di donne in base all’obbedienza e l’imposizione di un diretto controllo maschile sulla redazione”.
Scaraffia ha spiegato, nella missiva indirizzata al Pontefice, che “Certo, fra le molte lettere che abbiamo ricevuto dalle lettrici, fra cui numerose consacrate, sono emersi anche casi e vissuti dolorosi che ci hanno riempite di indignazione e di sofferenza. Come ben sa, non siamo state noi a parlare per prime, come forse avremmo dovuto, delle gravi denunce dello sfruttamento al quale numerose donne consacrate sono state e sono sottoposte (sia nel servizio subordinato sia nell’abuso sessuale) ma lo abbiamo raccontato dopo che i fatti erano emersi, anche grazie a molti media. Non abbiamo più potuto tacere: sarebbe stata ferita in modo grave la fiducia che tante donne avevano riposto in noi”. E perciò l’accusa: “Ora ci sembra che un’iniziativa vitale sia ridotta al silenzio e che si ritorni all’antiquato e arido costume della scelta dall’alto, sotto il diretto controllo maschile, di donne ritenute affidabili. Si scarta in questo modo un lavoro positivo e un inizio di rapporto franco e sincero, un’occasione di parresia, per tornare all’autoreferenzialità clericale. Proprio quando questa strada viene denunciata da Lei come infeconda”.
Una ricostruzione che non è condivisa dal direttore Monda che ha affidato la sua replica a una nota in cui si legge: “Prendo atto della libera e autonoma decisione della professoressa Scaraffia di interrompere la collaborazione con ‘L’Osservatore Romano’, e di considerare chiusa la sua direzione di Donna Chiesa Mondo. A lei, insieme all’augurio di ogni bene, va il nostro sincero ringraziamento per il prezioso lavoro svolto in questi anni con grande impegno e in piena libertà” In questi pochi mesi da quando sono stato nominato Direttore ho garantito alla Professoressa Scaraffia, e al gruppo di donne della redazione, la stessa totale autonomia e la stessa totale libertà che hanno caratterizzato l’inserto mensile da quando è nato, astenendomi dall’interferire in qualsiasi modo sulla fattura del supplemento mensile del giornale e limitandomi a offrire il mio doveroso contributo (nel suggerimento di temi e persone da eventualmente coinvolgere) alla libera valutazione della professoressa Scaraffia e della redazione del supplemento”.
“Il mio impegno – prosegue Monda – non è stato in alcun modo quello di depotenziare il mensile Donne Chiesa Mondo, al quale è stato semmai confermato integralmente il budget ed è stata garantita la traduzione e la diffusione in altri Paesi nonostante la necessità generale di contenere i costi della Curia”