Categories: Giurisprudenza

SCONTRI DI ROMA/ROBERTO MARONI OGGI IN SENATO: SERVE UNA “LEGGE REALE BIS”

A pochi giorni di distanza dagli incidenti gravi di Roma, oggi il responsabile del Viminale Maroni è atteso al Senato per riferire sulle nuove norme da discutere in Parlamento e volte ad inasprire la legge n.152 del 1975, recante “Disposizione a tutela dell’ordine pubblico”. Il testo già nel 1978 fu sottoposto a referendum abrogativo ma ebbe esito negativo.
Lo scopo della legge è quello di accrescere notevolmente i poteri e le immunità delle forze dell’ordine. In particolare, l’articolo 14 amplia i casi in cui è legittimo l’uso delle armi da parte della polizia. Esso autorizza l’agente a sparare non solo “quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all’autorità”, ma nello specifico “per impedire delitti di strage, naufragio, disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano armata, sequestro di persona”, come oggi è previsto dall’articolo 53 del codice penale.
Il Ministro degli Interni Roberto Maroni raccoglie con favore la proposta avanzata da Antonio Di Pietro sull’esigenza di introdurre nuove norme atte a prevenire episodi come quello verificatosi nella capitale sabato scorso, messa a ferro e fuoco da migliaia di infiltrati, che hanno provocato danni del valore di un milione di euro. La soluzione, secondo il Ministro, risiederebbe dunque in una legislazione speciale «adeguata a fronteggiare emergenze», e capace di «specificare nuove figure di reato, prevedere arresti e fermi obbligatori, istituire riti direttissimi con pene esemplari, aggravare le condanne per i reati già esistenti».
La proposta è stata solo accennata ed ha fatto già discutere. «È un provvedimento sbagliato – ha detto il segretario generale Susanna Camusso – da ritirare». Se poi l’ipotesi «va presa in considerazione» per il Pdl Quagliariello, di posizione decisamente opposta è il vicepresidente del Csm Michele Vietti: «Sono contrario a legiferare sull’onda dell’emotività. Questo produce una legislazione contraddittoria e inefficace». Contrario al provvedimento è anche il Verde Bonelli «irricevibile», mentre il finiano Della Vedova lo definisce «una sciocchezza». Anche nel Pd si elevano voci nettamente contrarie. «Evitiamo la litania repressiva», chiedono i senatori Vita e Nerozzi, mentre la loro capogruppo Anna Finocchiaro sottolinea che «ciò che serve davvero è applicare le leggi esistenti, fare più prevenzione ed evitare i tagli alle risorse dedicate alla sicurezza». Va bene misure repressive, ma «senza privare i cittadini delle loro libertà e garanzie costituzionali», si raccomanda la vicepresidente Rosy Bindi.
È interessante citare a questo punto un testo pubblicato nel 1990 intitolato “625, Un libro bianco sulla Legge Reale”, in cui si faceva luce sul numero delle vittime della normativa in questione approvata sull’onda di tensioni sociali negli anni ’70. In quindici anni di applicazione, 254 furono i morti, 371 i feriti. Il libro riporta inoltre un sorta di catalogazione dei casi di morte da legge Reale. In 153 casi si trattò di persone che non si erano fermate al posto di blocco o all’intimazione dell’ alt. In 65 casi le forze dell’ordine hanno parlato di «colpo partito accidentalmente». Cifre che fanno riflettere. Tornando invece all’attualità, al momento l’unico risultato concreto, in termini di provvedimenti, della manifestazione degenerata in violenza a Roma, è stata l’ordinanza firmata dal sindaco Alemanno che vieterà i cortei per un mese nella città.
(La Stampa)

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