SCISSIONE TIMEDIA: SULLE ORME DI MURDOCH, MA PER MOTIVI DIVERSI

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I debiti di TIMedia. Gli affari in Borsa e forse gli scandali per News Corp. Due buoni motivi per “dividere” le forze.
Anche il colosso News Corp medita una scissione della società: attività editoriali divise da quelle televisive e cinematografiche. Ne hanno parlato, qualche giorno fa, i più importanti giornali anglosassoni: il Wall Street Journal, il britannico Times e il New York Times. «News Corp sta considerando una ristrutturazione per separare le attività in due distinte società quotate», era scritto nel comunicato ufficiale del colosso di Murdoch. In effetti tra i due “rami” d’azienda c’è una netta differenza di ricavi. Le attività televisive e cinematografiche (secondo i dati riportati da Il Sole 24 Ore) hanno avuto un fatturato, nell’anno fiscale concluso a giugno 2011, di 23,5 miliardi. Quelle editoriali “solo” 8,8 miliardi. In ogni caso il controllo delle due società rimarrebbe comunque nelle mani della famiglia Murdoch. Quest’ultima possiede quasi il 40% delle azioni con diritto di voto.
C’è anche chi insinua che la decisione di scindere le due società sia stata influenzata dallo scandalo intercettazioni riguardante il periodico inglese News of the World. Infatti, secondo Il Sole 24 Ore, già qualche mese fa il direttore operativo del gruppo, Chase Carey, aveva ventilato l’ipotesi di una divisione. Però Murdoch era contrario. Ora, bilanci alla mano e con lo scandalo intercettazioni orami “raffreddato”, potrebbe aver cambiato idea.
Per quanto riguarda TIMedia, la scissione sembra solo un “passo aziendale e finanziario” per poter vendere meglio. Scorporare l’attività televisiva (La7, La7D ed Mt) dalle infrastrutture (torri e frequenze) dovrebbe non per ottimizzare l’assetto societario di TIMedia, ma solo per trovare in fretta buoni acquirenti. Infatti l’intenzione di Telecom è chiara: concentrarsi sulle telecomunicazioni e liberarsi delle attività televisive. Soprattutto se quest’ultime accumulano debiti. Infatti, nonostante il palinsesto di La7 sia apprezzato e l’Auditel sia in crescita, seppur modesta, la pubblicità scarseggia e non basta a ripianare i costi: dal 2008 al 2011, stando ai dati di Milano Finanza, TIMedia ha perso in totale 263 milioni e quest’anno rischia di chiudere con un rosso vicino ai 60 milioni.
Ecco che il cda della controllata di Telecom Italia, avvenuto qualche giorno fa, ha esaminato «l’evoluzione del percorso di trasformazione organizzativa e societaria del gruppo, assumendo alcune decisioni di riassetto dell’organizzazione direzionale e della governance aziendale». In altre parole TIMedia come accennato prima, verrà scissa in due società. Per la televisione verrà formata una società ad hoc: La7 Srl. Le infrastrutture, le torri e le frequenze (quest’ultime constano di 3 multiplex) rimarranno a TIMedia Broadcasting.
Ritornando alla vendita di tv e frequenze, i documenti esplicativi l’attività di TIMedia (i cosiddetti dossier) sono stati richiesti e letti da molte società. Si parla di 15 potenziali acquirenti, di cui molti non sono noti. Qualche settimana fa si è parlato di Carlo De Benedetti che, tramite il Gruppo L’Espresso, sarebbe interessato all’affare industriale e relativamente sicuro delle frequenze. Sono usciti i nomi di Urbano Cairo, già presente nel gruppo con la Cairo Communication, società che procaccia pubblicità televisiva; di Tarak Ben Ammar, tra le altre cose presidente di Prima Tv e consigliere di Telecom Italia e di Mediobanca (quest’ultima è una delle advisor incaricate di gestire la vendita) e di Della Valle, noto imprenditore italiano. Più recenti gli interessi di Al Jazeera; del gruppo Bertelsmann (una multinazionale tedesca fondata nel 1835 con interessi nella radiotv, nell’editoria, nella musica e nella comunicazione); di Discovery Channel e anche di Sky Italia, controllata proprio da Murdoch. Anche se l’emittente satellitare, tramite il suo ad, Andrea Zappia, ha smentito. «Quando c’è un operatore in vendita chiunque va a vedere i documenti», ha affermato Zappia. Ma potrebbe trattarsi di “pretattica”.

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