Sciopero dell’Unità, le motivazioni della redazione

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La redazione dell’Unità spiega attraverso un comunicato stampa i motivi alla base dello sciopero di ieri: contributi non pagati e dubbi sugli emolumenti, ma soprattutto nubi all’orizzonte per il futuro del giornale

Da diversi mesi non vengono pagati i contributi Inpgi dei giornalisti de l’Unità. Un fatto gravissimo, su cui ancora non abbiamo avuto certezze, nonostante gli impegni che l’azienda aveva preso, a seguito di pressanti sollecitazioni da parte della rappresentanza sindacale. Non si può più accettare.

Oltre al versamento dei contributi, un obbligo di legge, sono diversi i punti che i lavoratori hanno avanzato in più incontri tenuti nel mese di giugno. Si chiede certezza sul pagamento dello stipendio e dell’indennità redazionale (siamo al 30 giugno, data limite, e ancora non si è visto nulla).

Ma soprattutto si chiede certezza sul futuro del giornale, con un piano industriale e poi un piano editoriale capaci di fronteggiare le difficoltà di un mercato denso di criticità.

Abbiamo lavorato 12 mesi senza avere una bussola senza indicazioni chiare sul posizionamento del giornale rispetto ai suoi competitor, senza una riflessione seria sul rapporto con il suo lettorato, senza un chiarimento definitivo sulla gestione del sito, che oggi è esterna al giornale.

Così non si può andare avanti. I giornalisti sono pronti a collaborare attivamente con il futuro direttore – di cui ancora non ci è stata data notizia ufficiale – ma a una condizione precisa: che non ci si presenti soltanto un nome, ma anche un progetto. Vogliamo chiarirlo fin da ora ai nostri lettori: non tifiamo per l’uno o per l’altro, ma solo per la nostra e vostra Unità.

Per queste ragioni i giornalisti de l’Unità hanno proclamato una giornata di sciopero per venerdì primo luglio. Oggi il giornale non sarà in edicola.

Comunicato pubblicato in originale sul sito dell’Unità

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