Scambio di accuse tra Fuortes e Usigrai sui tagli ai Tg

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Fuortes accusa l’Usigrai sul caso relativo al taglio delle edizioni notturne dei telegiornali Rai e difende il proprio operato. Inoltre rivendica le 90 assunzioni di giornalisti e punta il dito contro i sindacati. “Si sono irrigiditi, noi sempre pronti al dialogo”. L’amministratore delegato di viale Mazzini ha ripercorso la vicenda durante l’audizione tenutasi nelle scorse ore davanti alla Commissione di Vigilanza. Ma il sindacato proprio non ci sta e replica per le rime a Fuortes accusandolo di aver riferito una ricostruzione di comodo e “priva di ogni fondamento”.

Fuortes alla Vigilanza Rai ha spiegato. “Nel mese di dicembre l’Usigrai è stata invitata ad avere un incontro con l’azienda sull’edizione notturna il giorno 1 dicembre con un appuntamento per il 6 dicembre. L’invito è stato reiterato per iscritto il 2, 3 e 4 dicembre. Il 6 dicembre, dopo che i rappresentanti del sindacato non si sono presentati alla riunione e hanno indetto un pacchetto di scioperi nel corso del mese, dall’azienda è stata data disponibilità a un incontro sulle modalità di esecuzione di questi ultimi per i giorni 7, 9 e 10 dicembre lasciando agli interlocutori l’indicazione della data per loro più conveniente. Il 10 dicembre l’incontro c’è stato e non si è raggiunto un accordo”.

Perciò ha detto. “L’irrigidimento è stato da parte del sindacato Usigrai, non da parte della Rai. La delibera di approvazione del Piano di Produzione e Trasmissione della Tgr che prevede tra l’altro l’eliminazione di quei quattro minuti di informazione regionale nella notte è stata adottata successivamente. Ciò è avvenuto nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 16 dicembre. Come ho avuto già modo di argomentare nella lettera inviata al Presidente di questa Commissione e poi resa nota da diversi giornali, la decisione di sopprimere l’edizione notturna si è resa necessaria anche per l’alto costo sopportato dal servizio pubblico senza che ne derivassero risultati in termini di ascolto tali da rendere utile e congruo l’impegno sostenuto”.

Fuortes ha dunque rivendicato le assunzioni in Rai. “Non abbiamo ridotto né testate giornalistiche né giornalisti -ha ribadito l’ad Rai-. Sottolineo in più che la Rai è la sola impresa editoriale italiana che ha completato in questi mesi di crisi dell’editoria e di pandemia le assunzioni di 90, novanta, giornalisti. Sono destinati alla Testata giornalistica regionale e in particolare allo sviluppo dell’informazione locale in rete, ossia a un consolidamento del ruolo della nostra azienda in campo digitale. La Rai è la sola impresa editoriale italiana che ha completato in questi mesi di crisi dell’editoria e di pandemia le assunzioni di 90, novanta, giornalisti. Sono destinati alla Testata giornalistica regionale e in particolare allo sviluppo dell’informazione locale in rete, ossia a un consolidamento del ruolo della nostra Azienda in campo digitale”.

L’Usigrai non ha apprezzato la “versione” di Fuortes. E anzi ha rilanciato. “La prima condizione per un confronto è il rispetto delle parti. E proseguire in una ricostruzione destituita di fondamento, come ancora una volta ha fatto oggi l’Ad della Rai in Vigilanza, viola il principio del rispetto”. E dunque l’esecutivo Usigrai si è rivolto a Fuortes. “Prima che sindacalisti all’Usigrai ci sono giornalisti e allora partiamo dai fatti. Il 24 novembre 2021, senza che il sindacato ne sapesse nulla l’Ad della Rai Fuortes ha confermato proprio in Vigilanza che effettivamente le edizioni notturne del Tgr sono state cancellate – testuale, tempo verbale compreso – a partire dal 9 gennaio 2022. Dunque una decisione già presa: non un proposito e nemmeno una indicazione di principio ma un fatto, rivendicato inoltre nella sede parlamentare perché aveva anche una “presa d’atto all’unanimità” da parte del consiglio di Amministrazione della Rai”.

E ancora. “Il 25 novembre abbiamo chiesto, come prima iniziativa di protesta, la lettura in onda di un comunicato sindacale sulla chiusura della terza edizione della Tgr. L’1 dicembre il capo del personale ci invia una richiesta di convocazione per un incontro per l’informativa relativa alla terza edizione del Tg regionale da tenersi il successivo 6 dicembre. Una informativa dunque e non una “consultazione preventiva” come prevista dal Contratto. E del resto di preventivo non c’era più nulla quando le decisioni aziendali erano state già state prese, e rese pubbliche davanti al Parlamento”. Una scelta che non è piaciuta ai sindacalisti. ”L’Usigrai ha deciso di non presentarsi «ad un incontro che cosi congegnato  non era altro che un ulteriore danno al ruolo del sindacato e lesivo della sua immagine di rappresentante dei lavoratori. Ma il 2 dicembre la Rai insiste nel tentativo di rappresentare una realtà diversa dei fatti e con il capo del personale scrive ancora che nessuna decisione definitiva è stata assunta in merito alla terza edizione della Tgr. Mentre ben sappiamo che quanto dichiarato da Fuortes in Vigilanza il 24 novembre in merito alla chiusura della terza edizione si è verificato con precisione di tempi e di modi che altro non potevano essere se non per decisioni prese”.

Infine, aggiungono i giornalisti del servizio pubblico. “Non risponde al vero che ci sia stato un incontro tra azienda e sindacato sulla terza edizione della Tgr, se non per gli obblighi previsti dalla legge sugli scioperi. Se l’Ad Fuortes avesse voluto un confronto avrebbe almeno discusso la nostra proposta di spostare la terza edizione alle 22.30. Proposta che toglieva all’azienda l’alibi dei costi. E anche sul piano editoriale della Tgr, bocciato dalla redazione, l’Ad fa finta di non sapere che il contratto giornalistico prevede debba essere riformulato e così il direttore, sentito l’amministratore delegato, lo ha ripresentato tale e quale”.

Dunque, le conclusioni dell’Usigrai sulle ricostruzioni di Fuortes. “Le dichiarazioni dell’Ad in Vigilanza, messe accanto ai fatti, mostrano che siamo lontani dalla realtà. Non è così che si rispetta il ruolo delle parti sociali. Non è così che l’Usigrai intende le relazioni sindacali nell’azienda di servizio pubblico radiotelevisivo”.

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