Sono 8 gli editori europei che hanno aderito all’iniziativa del colosso di Mountain View che resta aperta a tutti: la creazione una piattaforma ad hoc in grado di veicolare le notizie in modo nuovo ed alternativo, selezionando contenuti di qualità.
Il motore di ricerca più popolare del mondo, quindi, dopo la sofferta chiusura di Google News cala, a sorpresa, l’ennesimo asso dalla manica e spiazza la concorrenza soprattutto in un momento assai delicato in cui i rapporti con le Autorità europee erano diventati tesissimi dopo le recenti accuse di abuso di posizione dominante a carico della web company di Larry Page.
E proprio mentre i garanti UE (e non solo) si affannavano, uno dopo l’altro, a lanciare minacce di provvedimenti e sanzioni salatissime ai danni di Google, il team a stelle e strisce non solo stringe un’alleanza singolare con gli editori ma avvia un progetto molto interessante, frutto di questa insolita partnership: Digital News Initiative, destinato, forse, a cambiare per sempre gli attuali scenari del giornalismo legati al Vecchio Continente.
Il gigante californiano, da parte sua, investirà 150 milioni di euro, spalmabili in 3 anni, per l’innovazione del sistema tecnologico.
L’adesione è open e qualsiasi editore può inviare la sua candidatura.
Per ora Digital News Initiative si basa sul supporto francese di Les Echos, quello tedesco di Die Zeit e Faz, dei Paesi Bassi con NRC Media, dell’ UK con The Guardian e The Financial Time e dell’Italia con La Stampa.
Hanno altresì sposato la causa anche organizzazioni del settore come European Journalisme Centre e Global Editors Network.
Come dichiarato da Carlo D’Asaro Biondo, Presidente di Strategic Relationships di Google in Italia, lo scopo è quello sostenere un giornalismo d’avanguardia trainato dalle immense potenzialità disponibili grazie al web ed attraverso un’attenta selezione delle news, secondo alti standard qualitativi.
No, quindi, ad un’informazione spazzatura” basata su notizie altisonanti ma quasi sempre false o reperite da fonti incerte; sì, invece, a “nuovi business model” che puntano a migliorare la diffusione di contenuti grazie all’innovazione digitale.
A tal proposito, saranno organizzati team di lavoro per incrementare i ricavi ma, almeno nella fase iniziale, soprattutto per “incuriosire” e successivamente “fidelizzare” il maggior numero di lettori, cercando di arrivare a conquistare anche gli utenti lontani dall’approccio digitale.
Da oggi in poi editori, testate, start up e tutti coloro che operano nel settore mediatico possono richiedere i finanziamenti per aderire a Digital News Initiative ed iniziare quest’avventura nel segno di Google.
Ma non finisce qui: Big G, infatti, intende aprire nel Vecchio Continente nuove redazioni per corsi di formazione e sviluppo, donando borse di studio ai più meritevoli, che meglio di altri saranno capaci di focalizzare gli studi e la ricerca verso le nuove frontiere dell’e-Journalism, pluralista ed indipendente.
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