La Poste francesi svolge un importante servizio pubblico essendo presente in tutti gli angoli del Paese, il più grande d’Europa ma anche quello fra i meno densamente popolati. E proprio la Francia rurale, non solo quella sindacale, non vuole vendere la Poste in Borsa e rifiuta l’idea di lasciarla in balia del mercato e dei suoi capricci. Il problema è finanziario: la Pose ha bisogno di 3-3,5 miliardi per affrontare la concorrenza, il ricorso al mercato sembra quindi, da questo punto di vista, giustificato. Nicolas Sarkozy è favorevole all’apertura di capitale ma vuole essere prudente, non intende sacrificare la pace sociale sull’altare di un conflitto che potrebbe coagulare i malumori che percorrono il Paese. Certo il governo assicura di voler mantenere più del 50% del capitale, ma i sindacati non si fidano e così ieri, cinque sindacati hanno invitato i 300 mila dipendenti dell’azienda pubblica francese a incrociare le braccia. Intanto il presidente ha già creato una commissione che dovrà “riflettere” sul futuro del servizio postale.
Fabiana Cammarano
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