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SARDEGNA, IMPROBABILE SWITCH-OFF A OTTOBRE: RITARDO ASSEGNAZIONE FREQUENZE E NIENTE INVESTIMENTI

Il sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani, nella sua audizione alla Camera, ha definito “assai ambizioso” l’obiettivo del governo “di portare integralmente in digitale nei prossimi quattro mesi 1.600.000 individui e cioè la Regione Sardegna”. Ebbene, da quanto emerge dal rapporto 2008 sul “Sistema dei media locali in Sardegna”, redatto dal Corerat in collaborazione con la Fondazione Rosselli, il definitivo switch-off del 31 ottobre, che in Sardegna dovrebbe segnare il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale terrestre, più che ambizioso, appare “improbabile”.
Non solo mancano ancora 6.650.000 milioni di euro per gli investimenti delle tv locali ma, dall’analisi, emerge che la causa di un eventuale ulteriore slittamento per il passaggio al digitale sarebbe legata al ritardo dell’assegnazione delle frequenze che “comporta ingenti investimenti” per la riconversione degli impianti “che scoraggiano soprattutto i piccoli operatori”.
Sulla base di un sondaggio pubblicato nel luglio scorso da ItaliaOggi sugli operatori locali sardi, gli oltre sei milioni e seicentomila euro mancanti all’appello servirebbero per ammodernare le infrastrutture tecniche. “Tuttavia – rileva il rapporto del Corerat – le emittenti locali potrebbero giovarsi degli introiti pubblicitari che l’attuale Governo starebbe per stanziare allo scopo di promuovere una campagna di sensibilizzazione allo switch-off sui media locali sardi. Il fondo previsto per l’iniziativa ammonterebbe a quattro milioni di euro”. Attualmente, in Sardegna trasmettono sul digitale terrestre 12 emittenti generaliste regionali ma solo due (Videolina e Sardegna Uno,) coprono tutta l’Isola. Secondo gli ultimi dati del Ministero delle Comunicazioni, i decoder acquistati con i contributi pubblici sono stati 241 mila.
Fabiana Cammarano

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