Nonostante il rapporto “Sistema dei media locali in Sardegna” con il quale il Corerat della Sardegna giudica la data del 31 ottobre per lo switch-off come un obiettivo “improbabile”, nonostante la mancanza di 6.650.000 milioni di euro per gli investimenti delle tv locali, nonostante il ritardo dell’assegnazione delle frequenze, Paolo Romani assicura che lo switch-off in Sardegna ci sarà. Dal 15 al 31 ottobre, in tutto il territorio sardo sarà progressivamente spento il segnale analogico tradizionale e dal I° novembre la televisione potrà essere vista esclusivamente attraverso un decoder digitale terrestre. Lo ha affermato il il sottosegretario con delega alle Comunicazioni, stamane, intervenendo ad un convegno sul “Passaggio al digitale”.
Romani ha sottolineato che non ci sarà nessun ritardo nei tempi, visto che “il 90 per cento delle famiglie ha il decoder”. “Sono due anni – ha aggiunto Romani – che ci stiamo lavorando. Stiamo facendo una grande attività di informazione e tutte le famiglie in regola col canone, indipendentemente dalle fasce di reddito, hanno diritto al contributo governativo per l’acquisto del decoder”. “Notevoli – ha ricordato il sottosegretario – i benefici del digitale: una migliore qualità dei programmi e una maggiore quantità: la possibilità di avere un segnale migliore e quella di sperimentare. “Un passo avanti della tecnologia” insomma, che “permetterà di mettere ordine nel ‘far west’ delle frequenze e di liberarne altre (il cosiddetto ‘dividendo digitale’), come ci ha chiesto l’Europa”.
Fabiana Cammarano
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