«Ho ricevuto una citazione per danni da Mediaset perché in un’intervista ho parlato di conflitto di interesse. Questa citazione arriva dopo che Berlusconi ha invitato Masi a chiudere ‘Annozero’, dopo che siamo stati cacciati dalla Rai e dopo che il Tg5 ha rivelato che gli attentati ai ripetitori in Trentino ce li eravamo fatti da soli». Lo ha detto Michele Santoro aprendo la puntata di ‘Servizio Pubblico’ dedicata allo scandalo Finmeccanica, sulle note di ‘In questo mondo di ladri’ di Antonello Venditti.
«Parlare di conflitto di interesse in questo Paese è complicato – ha proseguito Santoro – Travaglio penso che lo farà. Soprattutto parlare di tv è complicato: abbiamo detto intervistando Tito Boeri che la riforma sarebbe a costo zero e vedremo se Monti la farà. Altrimenti ci resta Fiorello per quattro serate. Fiorello è bravissimo, ma non può bastare. Ha ragione Arbore, quando dice che è un ansiolitico. Io aggiungo che è un ansiolitico che non ha effetto ed è perfetto. Ha ragione anche Celentano, quando dice ‘io in Fiorello ci sto stretto’. Allora, viva Fiorello, Celentano, Luttazzi. Vediamo se la Rai si apre a tutti. Nel frattempo ci resta questo ‘Servizio pubblico’ che voi avete voluto e che ha un potere straordinario, perché vi abbiamo consegnato un potere molto superiore al potere del telecomando. Voi potere staccare la linea, ma questo non accadrà perché voi avete deciso che ‘Servizio pubblico’ deve continuare.
«Di fronte a una questione così importante come la crisi – ha detto inoltre il giornalista -, dobbiamo decidere che strada intraprendere. Quelle sui conflitti di interesse non sono scelte tecniche, ma sono scelte politiche che devono essere fatte dagli italiani. Ed è già una scelta politica far vivere ‘Servizio pubblico’ fuori dalla tv tradizionale. E’ un miracolo anche se non ne parla nessuno».
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