Sansonetti riporta in edicola l’Avanti!, lo storico giornale del Partito socialista. Il Riformista, dall’ultima settimana di aprile, uscirà in edicola insieme all’Avanti della Domenica. La “prima” è stata fissata per il 29 aprile quando il Partito socialista, diretto dal segretario Enzo Maraio, si riunirà a Genova per festeggiare il suo 130esimo anniversario.
L’alleanza tra Riformista e Avanti! è stata siglata, come ha riferito in una nota proprio il Psi, nella giornata di ieri. Che è stata davvero importante anche perché ha siglato un’altra (e non meno decisiva) “alleanza” tra il mondo socialista e il quotidiano diretto da Piero Sansonetti. Il Psi, unica forza a farlo nel panorama del centrosinistra, ha presentato ieri i comitati socialisti per i referendum atti alla riforma della giustizia. Il progetto redatto dal ministro Marta Cartabia non è abbastanza per i socialisti.
E ieri il segretario Enzo Maraio ha ribadito che “con la riforma Cartabia si pone un limite alle porte girevoli dei giudici in politica e all’egemonia delle procure. Non è sufficiente per sradicare i corporativismi e a far recuperare credibilità alla magistratura dopo l’ondata senza precedenti di scandali che l’ hanno coinvolta”. E dunque: “E’ cresciuto il partito delle toghe che si sono ricompattate di fronte a una riforma che riteniamo ‘garbata’ e persino soft: va infatti migliorata e lavoreremo perché le forze politiche di centrosinistra e di governo, con un atto di responsabilità, lavorino con noi per migliorarla e per approvare i referendum che non sono un atto di ostilità ma uno strumento per dotare l’Italia di un sistema giudiziario più equo e giusto”.
Entrando nel merito della riforma, Maraio ha spiegato che “ogni giorno in Italia tre persone finiscono ingiustamente in carcere da innocenti: con il sì al quesito sulla custodia cautelare si limita il potere di discrezionalità del magistrato e si evitano altri casi Tortora”. Inoltre per Maraio “la legge Severino è incostituzionale e blocca le amministrazioni locali per effetto di provvedimenti giudiziari non definitivi. Bisogna eliminare l’idea punitiva che i cittadini hanno della giustizia”.