Venti querele dai pubblici ministeri, il direttore del Riformista Piero Sansonetti insorge. E in un lungo editoriale accusa: “Vogliono farci chiudere” e, intanto, ingaggia una sorta di corpo a corpo con il presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, che ha replicato all’Adn Kronos bollando le frasi del direttore del Riformista come “complottismo che sfida il ridicolo”.
Tutto è iniziato con un lungo editoriale di Sansonetti in cui ha raccontato di essere stato raggiunto da diversi provvedimenti giudiziari, innescati da alcuni magistrati che si erano sentiti colpiti da alcuni servizi pubblicati da Il Riformista mentre, contestualmente, gli era arrivata notizia di un procedimento di censura avviato a carico suo dall’Ordine regionale del Lazio e invocato da un collega del Corriere della Sera.
Sansonetti ha scritto: “Ora, il problema che vi pongo è questo. Da quando dirigo il Riformista ho ricevuto più di venti tra querele e azioni civili contro di me e contro il giornale. Tutte da magistrati. Soprattutto da magistrati o ex magistrati importanti. Ne cito solo qualcuno: Scarpinato, Lo Forte, Gratteri, Caselli, Esposito, Davigo, Di Matteo (Di Matteo però per una cosa precedente) Sturzo e vari altri. Venti procedimenti giudiziari, dei quali almeno un terzo penali e dunque con la possibilità di essere ripetutamente condannato al carcere, sono tanti. Specialmente per la circostanza, nota, che è difficilissimo che un magistrato perda un processo. Se ti querela un politico, stai tranquillo: perderà e dovrà anche risarcire. Se ti querela un magistrato hai già perso”. E sull’Ordine dei Giornalisti: “Quel che mi colpisce è che di fronte a questa ipotesi non succede quello che si potrebbe immaginare: che l’Ordine dei giornalisti, o il sindacato, intervenga a difesa della libertà di stampa. Succede il contrario: l’Ordine dei giornalisti dichiara in modo esplicito che sta dalla parte dei magistrati. Come nelle peggiori favole dei fratelli Grimm. Riusciranno a farci tacere? Non credo”.
All’editoriale, aveva replicato Carlo Verna: “Sansonetti pensa che io sia nell’ufficio accanto a quello del suo editore a ricevere le sue querele, che debba essere difeso preventivamente e che non deve essere sanzionato dal Consiglio Disciplinare del Lazio che non dipende da me? E’ un ragionamento di complottismo che sfida il ridicolo”. Dunque ha aggiunto: ”La battaglia che fa l’Odg è contro le querele temerarie che è una cosa completamente diversa. Dai processi non si fugge, ci si difende. Il magistrato deve essere sanzionato nel momento in cui si ravvisa la temerarietà dell’iniziativa giudiziaria. Se lui parla di complotto sfida il ridicolo e dimostra una mancanza completa conoscenza dei meccanismi ordinistici perché cita il collegio di disciplina del Lazio e lo mette in relazione con il resto”.
A Sansonetti le dichiarazioni di Verna non sono andate giù per niente e, sempre dalle colonne del Riformista, ha replicato: “Ha anche detto, di me, che sfido il ridicolo, usando un linguaggio che fin qui raramente avevo visto nelle esternazioni dei presidenti degli ordini professionali. Diciamo che Verna ha lanciato un avvertimento: state un po’ zitti, smettetela di criticare la magistratura, e vedrete che non succede niente. Se invece volete fare i pierini, sarete bastonati”. E quindi ha concluso: “Ricevuto. In parte lo immaginavo. Non è da oggi che denuncio la sottomissione del giornalismo italiano alle Procure. Non presenterò un esposto all’Ordine contro Verna per il modo maleducato con il quale si è espresso nei miei confronti. Mi piacerebbe invece sapere se negli organismi dirigenti dell’Ordine esiste unanimità intorno all’atteggiamento del Presidente. Per il resto prendo atto del nuovo atto intimidatorio e dell’evidente minaccia che viene mossa nei miei confronti. Vi dico subito: ho 70 anni, faccio il giornalista di opposizione da 45. Mica mi intimidiscono tanto facilmente”.