Editoria

Giornalisti trattenuti e interrogati dalla Gdf, e il diritto all’informazione?

Il lavoro giornalistico può trovare inaspettate barriere, poste dalle forze dell’ordine. E’ accaduto a Bolzano con la vicenda dei tre giornalisti trattenuti e interrogati dalla Guardia di Finanza. Si parla di Ferruccio Sansa (Il fatto Quotidiano), Marco Preve (La Repubblica), Matteo Indice (La Stampa). Tutte firme appartenenti a quotidiani di rilevanza nazionale.
I cronisti sono stati fermati e interrogati per gli sviluppi di un’indagine sui flussi finanziari della Lega. L’ordine di fermo è stato inoltrato dalla Procura di Genova e trasmesso alla Gdf di Bolzano. L’interrogatorio è durato tre ore ed è stato descritto dalla Fnsi e dalle associazioni liguri come un atteggiamento intimidatorio delle forze dell’ordine e della magistratura. Le associazioni hanno anche espresso sorpresa per l’atteggiamento muscolare della Guardia di Finanza e il tentativo di imbrigliare la libertà di stampa. A Lettera 43 Matteo Indice, uno dei tre giornalisti interrogati, ha detto di condividere in parte la presa di posizione sul caso Fnsi: vi è stato un atteggiamento muscolare da parte delle forze dell’ordine, ma non un deliberato bavaglio all’informazione. L’interrogatorio sarebbe stato incalzante e strutturato. Importante sottolineare che i giornalisti non abbiano avuto la possibilità di richiedere assistenza legale.
Il caso giudiziario oggetto di indagine dei tre giornalisti è quello dei rimborsi elettorali non dovuti, corrisposti alla Lega , che ammontano a 48 milioni di euro. La vicenda si trascina dal 2008, quando al comando del Carroccio c’era ancora Umberto Bossi. E’ quindi una grave indagine che si impernia sulle accuse di riciclaggio e truffa ai danni dello Stato. Ad avere insospettito i reporter è stato un trasferimento di 3 milioni di euro da una fiduciaria in Lussemburgo all’istituto di credito bolzanino Sparkasse, avvenuto dopo le elezioni del 4 Marzo. Si crede quindi che essi siano parte dei fondi mai restituiti dalla Lega allo Stato (46 milioni su 48). Ad aver avvisato le autorità italiane è stato lo stesso Lussemburgo, insospettito dall’ingente flusso.

Giuseppe Liucci

Recent Posts

Gedi, l’ultima cessione di Elkann: pronto a cedere Repubblica

John Elkann ha intenzione di vendere Repubblica. E con l’eventuale cessione del quotidiano, Gedi verrebbe…

14 ore ago

L’Ifj contro Israele: “46 giornalisti morti a Gaza”

I governi vanno ritenuti responsabili delle morti dei giornalisti: lo afferma l’Ifj, la Federazione internazionale…

14 ore ago

Il sogno del Papa: “Una comunicazione di pace”

Il Papa vuole che si cominci a fare la pace partendo dalla comunicazione, dall’informazione, dal…

4 giorni ago

Askanews, ora i giornalisti chiamano il sottosegretario Barachini

Il comitato di redazione di Askanews “chiama” il sottosegretario Alberto Barachini. I giornalisti dell’agenzia di…

5 giorni ago

I pubblicitari contro la web tax: “Colpirà le piccole aziende”

Anche i pubblicitari si oppongono alla web tax: Federpubblicità snocciola numeri, dati e cifre per…

6 giorni ago

Aie vuole incontrare Giuli: “In manovra non c’è niente per il libro”

La manovra non piace agli editori perché non c’è “niente per il libro”. E l’Aie…

6 giorni ago