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Sanità digitale:Pd, tutela privacy e responsabilità medici

“La digitalizzazione delle prescrizioni mediche, così come le cartelle cliniche e l’ anagrafe elettroniche sono passi in avanti fondamentali per migliorare i servizi sanitari. Ma in Veneto c’è il rischio che questa rivoluzione si trasformi in un doppio danno, sia per la privacy dei cittadini sia per l’assenza di precise responsabilità giuridiche dei medici”. A sollevare la questione sono i consiglieri regionali del Pd, con un’interpellanza alla Giunta di cui il primo firmatario è Franco Bonfante. “Il processo di digitalizzazione che sta portando all’ eliminazione delle ‘ricette rosse’ cartacee – rileva il Pd – si concluderà entro pochi anni con l’inserimento in rete di una miriade di dati sensibili, a cui accederanno medici, Ulss, farmacie, Regioni e Ministero dell’Economia”. “Ma allarma che l’assessore regionale non abbia ancora pubblicamente chiarito quali saranno le misure di tutela della privacy”,- osservano Franco Bonfante, Claudio Sinigaglia, Stefano Fracasso, Sergio Reolon e Bruno Pigozzo. I consiglieri Pd si dicono poi preoccupati su un secondo fronte: “le procedure messe in atto per la digitalizzazione del sistema sanitario veneto non includono ancora l’apposizione della firma digitale certificata dei Medici di Medicina Generale, né sulle prescrizioni digitali né sui promemoria stampati, che rimangono delle semplici note su carta bianca. A differenza della Regione Lombardia, che ha invece già da tempo dotato di firma digitale i propri medici, – osservano – in Veneto gli accessi al sistema informatico avvengono tramite inserimento di username e password, procedura ben diversa dalla firma digitale certificata che comporta invece l’assunzione di precise responsabilità giuridiche, in quanto consapevole e volontaria. Il rischio è che in caso di gravi errori o di ‘fughe’ di dati sensibili, non venga individuato con certezza il responsabile”. Di qui la richiesta di rendere note quali misure la Giunta intenda introdurre “per garantire all’utenza veneta e ai medici il massimo delle tutele”. (ANSA)

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