Riaprire la trattativa, riavviare il dialogo con i lavoratori e le lavoratrici di Liberazione, in una battuta: far sì che l’editore “ripensi” a tutto il suo operato. Sono gli appelli lanciati nel corso del conferenza stampa alla Camera dei deputati indetta dai giornalisti e poligrafici di Liberazione. Una conferenza ha visto, tra gli altri, la presenza di Giovanni Rossi, Segretario generale aggiunto della Fnsi, di Beppe Giulietti, Vincenzo Vita, Marco Cestaro (Slc Cgil) e i tanti cdr, tra cui L’Unità ed il Manifesto, che sono tornati a portare la loro solidarietà al quotidiano.
«La situazione – ha detto Rossi – è particolarmente difficile su tutto il territorio nazionale e de cine e decine di testate stanno soffrendo i drastici tagli che sono stati apportati al fondo editoria. La Fnsi sta facendo di tutto per invertire questa rotta e speriamo che con il prossimo sottosegretario che prenderà il posto del dimissionario Malinconico si possa riprendere dagli spiragli emersi in queste settimane partendo dalle dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Napolitano, e del presidente del Consiglio, Monti, nella conferenza stampa di fine anno».
I tempi stringono, anzi: «Non c’è più tempo», ha ribadito Beppe Giulietti (foto). Anche le dimissioni di Malinconico rappresentano un ulteriore problema, che si aggiunge agli altri, alla possibilità di ripristinare i fondi, già tagliati, all’editoria. E “Liberazione” – conferma ancora Vita – rappresenta in questo momento cruciale per il settore, una vera e propria «vertenza simbolo». «Ne seguiranno altre – avverte -, a scadenza ritmata. Per questo – aggiunge – avvertiamo ancora il Governo di fare presto. Di ripristinare subito il fondo. Di individuare i criteri per la riforma. Perché non trovare i finanziamenti per Liberazione e per questo settore – ribadisce – è solo un atto di volontà politica». La copertina di Liberazione con un F35 in prima rappresenta un po’ il nodo della questione: «Per questi aerei si sono trovati più di 100 miliardi, si può davvero credere che i tecnici del Bilancio non riescano a spostare 90 milioni di euro per l’editoria? Bastano cinque minuti se lo si vuole».
La questione è ancora più complessa se si considera – riflette Cestaro – che «si è di fronte ad un momento epocale per l’editoria con il passaggio digitale dell’informazione che coinvolge tutti: giornalisti e poligrafici. Per questo occorre subito indire una conferenza di tutti gli esperti per capire come affrontare questa materia». E Vita avverte: «Questo per il Governo, e per me rappresenta il “vero” banco di prova. Non alzerei la mano, in caso contrario». Santoro, Floris dove sono? Si chiedono ancora Giulietti e Vita. «Forse non hanno compreso che non è solo Liberazione a rischio. Che il problema è molto più ampio e grave».
Carla Cotti e Andrea Galli, rispettivamente del Cdr e della Rsu di Liberazione, precisano che, dopo la conferenza, ci sarà un nuovo incontro con l’editore. L’auspicio è che per tutti ci siano novità positive. «Liberazione non può chiudere», concludono. La speranza è che questo non accada.
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