Galeotto fu il collegamento ballerino, la conferenza stampa del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca salta appena prima che inizino le domande dei giornalisti. Esplode la bagarre.
Un buco nell’acqua che, inoltre, sa di beffa: perché c’erano volute due settimane di serratissime trattative per convincere il “governatore” a sedersi a un tavolo a rispondere alle domande dei giornalisti campani. Ordine e Sindacato, in una nota congiunta, hanno subito stigmatizzato l’accaduto: “Ordine dei giornalisti della Campania e Sindacato unitario Giornalisti della Campania condividono le giuste proteste dei colleghi e stigmatizzano quanto avvenuto durante la videoconferenza stampa del Presidente della regione Vincenzo De Luca, la prima dall’inizio del Coronavirus”. E dunque: “Dopo l’intervento del governatore, alla prima domanda dei giornalisti, per problemi audio De Luca si è alzato ed è andato via senza alcuna forma di rispetto nei confronti di chi stava parlando e degli altri colleghi che si erano prenotati. A questa videoconferenza si era arrivati dopo settimane di trattative durante le quali Ordine, sindacato e numerosi giornalisti avevano chiesto di poter fare, dopo quasi tre mesi, domande dirette al presidente De Luca”.
La ricostruzione, però, non è andata giù alla Regione che ha replicato altrettamento duramente in un’altra nota: “Il sistema della videoconferenza, al di là dell’improvviso aumento dei collegamenti che si è verificato non appena inviato il link (e che ha raddoppiato il numero degli accreditati), era perfettamente funzionante prima e durante la conferenza. In ogni caso una relazione tecnica interna spiegherà cosa è successo, che sicuramente non può essere imputato alla volontà di chi ha organizzato la videoconferenza”. E quindi la puntura: “Come sempre, organizzeremo altri incontri stampa, anche nei prossimi giorni, per cancellare questo imprevisto inconveniente tecnico. Si ricorda all’Ordine e al Sindacato – dovrebbero saperlo – che questo Ufficio Stampa ha organizzato in era pre-Covid, nel solo anno 2019, ben 220 tra conferenze ed eventi pubblici istituzionali (4 a settimana) con la massiccia presenza dei giornalisti”. Infine le scuse “velenose” : “Ovviamente ci scusiamo con i colleghi per l’inconveniente tecnico. Ma si chiede al Sindacato e all’Ordine di tutelare anche l’Ufficio Stampa della Regione, che non può accettare sia messa in discussione professionalità, disponibilità e trasparenza. E che ogni giorno senza risparmiarsi da quasi tre mesi fa i conti quanto l’intera nostra categoria, anche con l’emergenza sanitaria in corso.