Categories: Giurisprudenza

SALLUSTI ASSOLTO PER EVASIONE: «IL FATTO NON SUSSISTE». IL 17 GENNAIO PRONUNCIA DELL’ODG PER DIFFAMAZIONE, “APETTANDO” LA GRAZIA

Alessandro Sallusti, condannato a 14 mesi di arresti domiciliari per diffamazione, ieri è stato assolto dal Tribunale di Milano per l’accusa di evasione. Decade anche la sospensione dall’Ordine. Rimane la condanna per diffamazione. E il 17 gennaio l’Odg deciderà una sanzione a riguardo. Rimane aperta la pista della grazia. Il Pdl e Libero stanno raccogliendo firme per convincere Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica sta da tempo valutando la possibilità di salvare Sallusti.
Il direttore del Giornale, il 1 dicembre, aveva violato le misure coercitive in maniera plateale e simbolica per dirigersi nella redazione di Via Negri. «Voglio andare a San Vittore. Non voglio i domiciliari. Sono un’ingiustizia», aveva motivato così il suo gesto l’ex direttore di Libero. Ma la polizia non ha potuto esimersi da arrestarlo proprio nella sede del Giornale.
Da ciò è scaturito il processo per direttissima per evasione. Difeso dai suoi Ignazio La Russa (parlamentare del Pdl) e Valentina Ramella, Sallusti nella prima udienza ha accettato il rito abbreviato e ha rifiutato il patteggiamento. Sia il direttore che i suoi avvocati confidavano in una assoluzione piena. In effetti ci sono dei filmati che “narrano” tutta la vicenda. Da questi si evince che Sallusti non si è mai sottratto al controllo della polizia. La quale non lo ha mai perso di vista (inoltre il direttore aveva già annunciato in precedenza che avrebbe commesso quel gesto di protesta). Infatti il giudice Gaetano La Rocca ha assolto il giornalista lombardo con formula piena: «Il fatto non sussiste». È caduta nel vuota la richiesta, del pubblico ministero di condannare Sallusti ad ulteriori 6 mesi e 20 giorni di reclusione.
Con l’assoluzione decade automaticamente la sospensione dall’Ordine. Infatti Sallusti, per due giorni non ha potuto firmare il suo Giornale. L’Odg non ha potuto esimersi dall’applicare l’articolo 39 della legge n.69 del 1963: «Ove sia emesso ordine o mandato di cattura» il giornalista deve essere sospeso dall’iscrizione all’Ordine.
Dunque almeno la parte relativa alla “evasione simbolica” si è conclusa senza “danni”. Non c’è stata né una sanzione penale né una disciplinare.
Ma resta comunque la condanna a 14 mesi per diffamazione. E da tale pena potrebbe scaturire una nuova sanzione disciplinare. L’Ordine, pur dissociandosi dalla sentenza della Cassazione, ha deciso comunque di aprire un procedimento per valutare possibili punizioni per il direttore. Anche in questo caso la legge lo consente. Anzi, l’ordinamento quasi obbliga l’Ordine a tenere tale comportamento. E si tratta sempre della legge n.69 del 1963. La libertà di informazione e di critica dei giornalisti è «limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede. Dunque devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte, e riparati gli eventuali errori», recita l’articolo 2. «Gli iscritti nell’albo, negli elenchi o nel registro, che si rendano colpevoli di fatti non conformi al decoro e alla dignità professionali, o di fatti che compromettano la propria reputazione o la dignità dell’ordine, sono sottoposti a procedimento disciplinare», prevede ancora l’articolo 48. Eventuali altre sanzioni saranno stabilite il 17 gennaio davanti al Tribunale dell’Ordine.
L’Ordine deciderà per una sanzione vera, contraddicendo le manifestazioni di solidarietà date a Sallusti proprio dal presidente dell’Odg, Enzo Iacopino, oppure si limiterà ad una formale “tirata d’orecchi”?
Vedremo. In ogni caso, con l’assoluzione per evasione la pratica della grazia diventa più facile. Solo Giorgio Napolitano, il presidente della Repubblica, può concederla. E già da tempo il Quirinale sta lavorando a questa ipotesi. Per incoraggiare il capo dello Stato sia il quotidiano Libero che un folto numero di parlamentari del Pdl hanno organizzato una raccolta di firme per “salvare” Sallusti.
Non ci resta che attendere.

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