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SALLUSTI ARRESTATO IN REDAZIONE. ESCE, EVADE E TORNA A CASA

È stato convalidato l’arresto in flagranza del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti e il giornalista è stato posto agli arresti domiciliari. Sallusti si è impegnato a rispettare le prescrizioni parlando dell’evasione come di un gesto simbolico. Il processo per l’evasione di questa mattina è stato fissato per il 6 dicembre nell’aula 3 di Palazzo di Giustizia. «Per me l’evasione di Sallusti non esiste». Così Ignazio La Russa, nelle vesti insolite di avvocato di Alessandro Sallusti, giudica il gesto di stamane del direttore de Il Giornale. Dopo la decisione del giudice di convalidare l’arresto per evasione, si entrerá nel merito del processo il prossimo 6 dicembre, ma per il legale il gesto commesso stamane da Sallusti non può ritenersi un reato e dunque spera nell’assoluzione. Il direttore del quotidiano di casa Berlusconi sconterà gli arresti domiciliari nell’abitazione della sua compagna Daniela Santanché. Alessandro Sallusti potrá scrivere e telefonare anche dai domiciliari. È quanto emerge nel provvedimento del magistrato di sorveglianza Guido Brambilla chiamato a decidere dopo la condanna per diffamazione del direttore de Il Giornale. Sallusti, inoltre, potrá uscire per due ore e ricevere le visite dei suoi familiari. Il direttore del «Giornale» che stamattina era stato portato una prima volta nella sua abitazione, era uscito quasi subito uscito da casa ed è stato visto e arrestato. Poi era stato portato in questura, per un’accusa ovviamente diversa, quella di evasione. «La mia prossima riunione la farò da evaso». Così aveva scherzato Alessandro Sallusti, direttore del Giornale alle telecamere di Tgcom24 che hanno documentato in diretta il suo arresto. «Sarò ai domiciliari – ha continuato Sallusti – ma andrò a lavorare». «Molto rammarico» per l’epilogo della vicenda Sallusti e l’augurio che «la vicenda porti a tutti consiglio: ora serve molta moderazione, buon senso, grande saggezza». Il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, torna a criticare la normativa esistente in Italia «vecchia e superata» che «ha determinato la sentenza che conduce il direttore del Giornale in carcere, per sua scelta». «Do atto al procuratore di Milano di aver assunto un’iniziativa di grande saggezza nell’applicazione della legge esistente – conclude Siddi – poi ciascuno fa le sue scelte, la nostra linea è che per questo tipo di reati non si finisca in carcere».

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