Altri due giornalisti, dopo Sandro Ruotolo, candidati nelle liste di Rivoluzione civile di Antonio Ingroia. Si tratta di Saverio Lodato, giornalista dell’Unita’ e autore di alcuni libri tra cui ‘Trent’anni di mafia’, candidato in settima posizione alla Camera in Sicilia occidentale e di Sandra Amurri, giornalista del Fatto quotidiano, candidata al Senato in Sicilia.
E non fa niente se nel frattempo si matura il vitalizio parlamentare, la legge parla chiaro. Per la verità, fino al 1999 era ancora più generosa: fino a quella data tutti i giornalisti in aspettativa parlamentare maturavano i contributi figurativi senza versare un euro. Con la legge 488 di quell’anno è stata, però, introdotta una novità: a seguito dell’elezione in una delle Camere, così come in assemblee regionali, il giornalista è tenuto a versare all’Inpgi – l’istituto previdenziale dei giornalisti – l’equivalente dei contributi pensionistici nella misura prevista per la quota a carico del lavoratore, che attualmente è pari al 8,69% . Il resto, cioè la parte a carico dell’editore, la mette lo stesso Inpgi, cioè tutti i giornalisti. Poco importa se c’è la crisi, se il settore dell’editoria è uno di quelli che maggiormente soffre l’assenza di occupazione, se le vertenze aziendali di giornali e tivù sono la quotidianità e l’Inpgi si trova sempre più ad affrontare – sostenendo economicamente – disoccupazioni e contratti di solidarietà. Ai giornalisti in aspettativa spetta comunque la propria fetta di contributi per un periodo massimo di cinque anni. Pagano i colleghi.
(fonte : lettera43)