RUSSIA: L’ONDA LUNGA DELLA CENSURA, A RISCHIO LIBERTA’ D’ESPRESSIONE E DI PENSIERO

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A poco è servito lo spirito di solidarietà espresso da Wikipedia, che per opporsi alle legge semplifica – censura in rete (in discussione presso la Duma Russa) ha oscurato le sue pagine per un giorno.
A chi si collegava al portale enciclopedico in rete, compariva una pagina bianca con il logo oscurato da una banda nera ed un breve testo, che spiegava le ragioni della sospensione del sito.
Ragioni che si rifanno alla natura censoria della legge in discussione, che nascondendosi dietro la volontà di censurare la pedofilia in rete ed altri contenuti simili, va in realtà a colpire la libertà d’espressione in rete in maniera piuttosto indiscriminata.
Nella black list dei siti individuati come violatori della legge, rischiano di finirci anche i social network e i blog, da sempre poco graditi al governo a causa del loro potenziale di incubatori di proteste e rivolte, come avvenuto dopo la contestata vittoria elettorale di Vladimir Putin.
Quello che spaventa gli attivisti del web è il carattere troppo (volutamente) generico della legge, il ministro della Giustizia avrebbe già realizzato una prima lista che comprende circa 1.200 siti di vario genere da inserire nella lista nera e da oscurare.
Ilya Dronov, del sito “Live Journal” afferma che non importa per quali ragioni un sito venga vietato ma quello che conta è comprendere quali criteri ispireranno queste liste nere.
La replica del primo ministro della federazione Russa Dmitri Medvedev (foto) non tarda, e dice che il web deve essere libero ma soggetto a un certo numero di regole.
Perché la legge entri in vigore, manca il via libera del Consiglio della Federazione e la firma del presidente Putin, ma quella del web non è l’unica legge ad allarmare il paese.
È solo una delle quattro nuove norme al vaglio del Parlamento, tra cui c’è la legge che trasforma in reato penale la diffamazione e porta sino a tre o cinque anni di carcere la massima pena., la bozza di legge è stata approvata grazie al partito di governo Russia Unita con 242 voti.
Ma non finisce qui, i provvedimenti in discussione comprendono anche un’altra legge e una bozza che vertono rispettivamente sull’inasprimento delle ammende per chi manifesta senza permesso e gli emendamenti alla legge sulle Ong.
Quest’ultima mette di fatto sotto controllo tutte le organizzazioni non governative che ricevono finanziamenti dall’estero.
La legge ha scatenato le proteste dell’opposizione che si è insediata fuori la Duma ed ha visto esponenti del partito Yabloko ed il suo leader Sergei Mitrokhin, esprimere dissenso con cartelli di protesta.
Da parte sua il governo ci tiene a chiarire che se le organizzazioni ricevono denaro dall’estero e al tempo stesso hanno un ruolo politico, è giusto che ammettano la propria natura, definendosi agenti con influenza straniera.
Attorno il concetto di “agente straniero” è nata un ulteriore polemica, rientrerebbe nella categoria infatti anche l’ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov con la sua omonima Fondazione, la provocazione è stata mossa , dal deputato di Russia Unita Robert Shlegel ed ha scatenato la reazione di sdegno di Gorbaciov.
Sembra che la legge censura – rete, non sia solo una goccia nel mare ma sia destinata ad espandersi anche ad altri campi che prescindono dal controllo del web, se dovessero passare tutti gli emendamenti in questione si tratterebbe di una restrizione globale.
La Russia però non ci sta, non ci stanno i tanti giovani stanchi del controllo della cultura e della libertà di pensiero che attanaglia il paese da troppo tempo.

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