Più di 20 aggressioni e atti di intimidazione hanno colpito giornalisti in Libia dall’inizio del 2014: è quanto denunciato dall’organizzazione Reporter senza frontiere (Rsf), secondo la quale i professionisti dell’informazione vengono presi di mira sempre più frequentemente da gruppi armati nati dopo la rivoluzione del 2011 che depose Muammar Gheddafi. Minacce, detenzioni arbitrarie, intimidazioni e attacchi armati sono alcuni degli esempi di abusi perpetrati contro giornalisti.
Alcuni reporter sono stati perfino costretti a emigrare per timore di minacce di morte. In uno degli ultimi attacchi la casa di Juma Al Usta, proprietario della tv privata Al Aseema è stata colpita da un razzo rpg che ha provocato ingenti danni e ferito un giornalista, Hassan Hussein. Si tratta del terzo attacco contro l’emittente in una decina di giorni, già bersagliato due volte a colpi di razzi. In un sistema democratico il lavoro dei giornalisti” deve essere protetto e non ostacolato”, è l’appello lanciato da Rsf, che chiede anche alle autorità libiche di aprire un’inchiesta su tutti i casi di abusi. Anche il 2013 è stato un anno nero per i giornalisti nel paese nordafricano: secondo un rapporto di Rsf almeno 14 giornalisti sono stati rapiti e almeno uno ucciso.
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