Il sottosegretario allo Sviluppo economico, Paolo Romani, è “fiducioso” che la Ue chiuderà la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia sulla legge Gasparri. Romani, nel corso dell’audizione alla Camera, ha precisato che le norme approvate quest’anno (tra cui la legge 101/08) accolgono i rilievi mossi dalla Commissione e a fronte di questo il governo ha fornito risposte “chiare ed esaustive” alle richieste contenute nel questionario di Bruxelles. “Gli incontri con la Commissione proseguiranno – ha concluso il sottosegretario – ma sono fiducioso per una chiusura con archiviazione della procedura in tempi ragionevolmente brevi”.
Come ricorderete, la procedura di infrazione contro l’Italia è iniziata nel 2006 perché, secondo la Commissione Ue, la legge Gasparri crea “ingiustificate restrizioni” alla fornitura di servizi nel settore delle trasmissioni televisive, attribuendo ingiustificati vantaggi a Rai e Mediaset. Inoltre, non solo consente alle società di radiodiffusione esistenti di acquisire, per il digitale più frequenze di quelle delle quali avrebbero bisogno per la programmazione simultanea in analogico e in digitale ma permette, agli operatori dominanti, di mantenere il controllo sulle frequenze e sulle reti per la trasmissione analogica, fino al momento in cui passeranno al digitale terrestre, privando gli operatori concorrenti di beneficiare delle nuove tecnologie. Durante il governo Prodi la procedura era stata interrotta grazie alla stesura della legge di riforma del ministro Gentiloni, giudicata in linea con le regole comunitarie. Caduto Prodi, la procedura di infrazione ha ripreso il suo corso. Il governo Berlusconi, nel tentativo di rispondere alle obiezioni mosse dall’Europa sul tema della distribuzione delle frequenze tv, ha approvato legge n. 101 del 6 giugno 2008 di conversione del decreto legge 59/08 recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee.
Il 25 giugno scorso la direzione generale per la concorrenza della Commissione Ue ha inviato un questionario al governo chiedendo delucidazioni sulle modifiche apportate al regime televisivo nazionale con le misure legislative approvate con la legge n. 101/08. La Commissione vuole che il governo chiarisca quale è l’attuale distribuzione delle frequenze nel settore delle emittenti Tv in Italia, quale sarà la situazione dopo il passaggio al digitale terrestre, e se è sufficiente l’obbligo, per Rai e Mediaset, di lasciare libero il 40% della capacità trasmissiva ad altri operatori, ad evitare che il duopolio Rai-Mediaset si riproduca anche nel digitale.
Siamo ancora in attesa di sapere se la Commissione deciderà per il deferimento del nostro Paese davanti la Corte di giustizia delle Comunità Europee. Romani si dice fiducioso eppure, non molto tempo fa, aveva affermato che la legge n. 101, così come riformulata dopo le proteste dell’opposizione, “è una mancata risposta dell’Italia alle richieste dell’Europa. L’articolo 28 del Testo Unico, al primo comma, non indica un termine per la diffusione attraverso gli impianti legittimamente in funzione alla data del 3 maggio 2004. La Ue ci chiedeva di indicarlo. Adesso non c’è più. La questione si riproporrà, quindi , con la prossima legge comunitaria”.
Fabiana Cammarano
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