Una brutta figura, purtroppo. Quella fatta dalla trasmissione Atlantide su La7 e che, puntualmente, ha dovuto rimarcare il vicedirettore de Il Roma, Roberto Paolo che, come ha denunciato, si sarebbe trovato in bocca parole da lui mai pronunciate.
Tutta colpa di una brutta abitudine, forse di una distrazione, sicuramente di superficialità: Paolo non ha mai detto che il boss Valentino Gionta è stato assolto nel processo sull’omicidio di Giancarlo Siani “perché il gruppo sanguigno non era compatibile con quello dei killer. Non è assolutamente vero, non è così”.
Roberto Paolo non è un testimone giornalistico qualunque. È autore del libro “Il caso non è chiuso: la verità sull’omicidio Siani”. Non ci sta a quanto emerso dalla trasmissione tv e all’Adnkronos ha spiegato il suo pensiero autentico e ha deprecato il “taglia e cuci” del servizio che avrebbe indotto in errore gli spettatori sulla sua versione dei fatti.
Paolo ha detto: “Oltre a far emergere una cosa falsa, hanno tagliato alcune cose fondamentali, una è la parte in cui dico che la Procura di Napoli ha riaperto le indagini. Gli avevo anche segnalato che il procuratore capo di Napoli esattamente un anno fa, il 25 settembre 2019, nel corso di una delle celebrazioni su Siani, aveva detto che ci sono ancora dei responsabili in libertà, e vi sono ancora margini importanti per cercare la verità, ma questa parte -e il mio libro, in seguito al quale sono state riaperte le indagini- è stata completamente omessa”.
Poi ha spiegato: “Mi avevano garantito che avrebbero citato il libro, forse sono stato ingenuo, mi sono fidato dei colleghi, avevamo parlato a lungo e sembrava che fossero interessati al mio contributo. Questa è una vicenda intorno alla quale si è creata una frattura fra quelli che si considerano i depositari della memoria di Giancarlo Siani, i sacerdoti che ne celebrano il culto da anni, e chi continua nella ricerca della verità, e quando è uscito il mio libro ho percepito molta ostilità, non l’hanno presa molto bene”
E’ finita qui? No. Perché c’è dell’altro. Ed è davvero interessante. Perché, secondo quanto ha riferito Roberto Paolo, nell’intervento che nella stessa trasmissione è stato fatto da Roberto Saviano, noto guru dell’anticamorra che ha costruito una rutilante carriera sui temi della legalità, sarebbe pieno di errori. Tutti sottolineati in blu dalla penna di Paolo: “Saviano ha detto diverse sciocchezze, e si vede che non ha studiato le carte. Ha parlato di una casa di appuntamenti a Torre Annunziata che non è mai esistita, semmai è esistita in via Palizzi a Napoli. Ha parlato di due prostitute che sono state interrogate in America”.
E su questa traccia ha affermato. “In realtà le due sorelle Castelli non erano due prostitute della casa di appuntamenti, e sono state interrogate perché una delle due era la fidanzata di Giorgio Rubolino, e aveva riferito di essere coinvolto nell’omicidio di Siani, e le aveva chiesto di trovargli un alibi”.
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