Nuovi domini stanno per invadere Internet. L’amministratore delegato di ICANN, Fadi Chehade, ha infatti annunciato che a partire dalla seconda metà del 2013 migliaia di suffissi personalizzati si aggiungeranno ai sedici già esistenti sulla rete.
Una vera e propria rivoluzione iniziata nel 2006 quando l’ICANN, organizzazione no profit che si occupa della gestione del web, ha deciso di dare alle persone giuridiche la possibilità di utilizzare domini più legati alla propria funzione sociale anziché suffissi generici come .com e .net. L’anno scorso l’organizzazione ha invitato le imprese e i governi a proporre i nuovi nomi. Questa fase del progetto si è chiusa ad aprile. Ad essa è seguito un lungo periodo di gestazione, servito all’ICANN per eludere eventuali tentativi di raggiro. Sono state effettuate attente valutazioni sui candidati alla registrazione, obbligati a presentare i dati finanziari e tecnici relativi al marchio da espandere.
L’ICANN ha accettato 1.400 dei circa duemila indirizzi pervenuti, ma non ha ancora deciso se ammettere o meno i suffissi caratterizzati da errori ortografici involontari. Gli indirizzi in lingue diverse dall’inglese saranno i primi a essere messi in circolazione. Con buona pace del Congresso americano, che in passato si era opposto alla internazionalizzazione dei suffissi. Ci vorranno altre settimane per l’inserimento dei domini non contestati. In questa categoria rientrano i suffissi generici e quelli di tipo geografico. Gli ultimi a comparire saranno quelli attualmente contesi tra più enti. Le dispute saranno risolte arbitrariamente in base a criteri economici. In soldoni, il dominio andrà a chi pagherà di più.
Per i colossi del web, come Google e Apple, l’adozione di suffissi personalizzati rappresenta una possibilità per migliorare ulteriormente la già ampia visibilità dei propri prodotti. Inoltre la diffusione di suffissi in caratteri non latini è un deciso stop all’egemonia linguistica dell’Occidente. Tutti contenti? Si, ma è meglio fare attenzione alle pratiche di cybersquatting. Con questo termine si fa riferimento al fenomeno di accaparramento di nomi di dominio corrispondenti a marchi altrui. Poiché i nuovi indirizzi, a differenza di quelli attuali, diverranno parte integrante del web, saranno maggiormente vulnerabili ad attacchi truffaldini.