RIVOLUZIONE-CENSURA: DIVIETI PER GLI UNDER 10

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Vietato ai minori di anni dieci. Nel cinema, alla tivù e anche nei videogame. Le nuove regole della censura sono contenute in un disegno di legge del vicepremier Francesco Rutelli approvato stamani dal Consiglio dei ministri. “A tutela dei minori nella visione dei film e dei videogiochi” è il titolo del provvedimento. Tra le novità anche il divieto ai minori di 10 anni per alcuni film considerati a rischio o troppo violenti per i più piccoli. Ma non è la sola novità. In pratica il testo certifica la morte della censura e l’introduzione del metodo dell’autocensura. La legge, aveva spiegato il ministro dei Beni Culturali proprio qualche giorno fa, “rovescia la solita impostazione, favorendo un sistema di autocertificazione come accade in molti altri stati. Il governo non avrà più funzione di censura ma stabilirà un sistema di autoregolamentazione responsabile”. Pene severissime per chi non rispetta l’autocertificazione.

Il vietato ai minori di anni 10 è il terzo step – dopo quello che riguarda i 18 e i 14 anni – di censura reso necessario da casi clamorosi di film molto cruento ma non vietato. In realtà sono tante, ormai troppe, le pellicole più o meno dark, supereroi alle prese con diabolici nemici, persino cartoni animati ad alto tasso di violenza. Ci si sta interrogando anche sull’ultimo film di Harry Potter o sulle avventure dei Pirati dei Caraibi con mostri e violenza.

Il ddl di Rutelli, oltre alle tre fasce di età, introduce un nuovo sistema in cui sono direttamente produttori e distributori ad autocertificare il loro film, proponendo l’eventuale divieto. La verifica viene poi fatta dall’amministrazione, per i primi due anni su tutti i film, poi a campione o su richiesta. Tra le novità anche la nuova Commissione di classificazione dei film per la tutela dei minori, che sostituisce la vecchia commissione alla quale fin dal 1962 è affidato il compito di dare il nulla osta per la proiezione, con l’attribuzione del divieto ai minori di 18 anni.

La nuova Commissione sarà snella (articolata in sole tre sezioni) e molto qualificata con al suo interno anche magistrati che si occupano di bambini e psicologi dell’età evolutiva. Nel caso di dubbio, produttori e distributori potranno rivolgersi, pagando, alla Commissione chiedendo che esprima un parere validando la classificazione. Quanto al criterio per la classificazione, nel disegno di legge viene chiesta attenzione al contesto narrativo generale, ma anche a possibili comportamenti emulativi in rapporto all’età degli spettatori.

Tra gli elementi di cui tenere conto linguaggio, violenza, pornografia, uso di sostanze stupefacenti, condotte criminali, discriminazioni, nazionalità, disabilità maltrattamenti di animali. Senza una classificazione, in ogni modo, il film non potrà essere proiettato. Per i trasgressori (imprese ed esercenti) il rischio di sanzioni amministrative fino a 100 mila euro e l’arresto fino a sei mesi.

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