RIVELAZIONE SEGRETO D’UFFICIO: PROCURA DI MILANO CHIEDE PROCESSO PER BERLUSCONI E BELPIETRO

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La procura di Milano ha chiesto che Berlusconi vada a processo per la rivelazione della telefonata tra Piero Fassino e Giovanni Consorte, ai tempi della tentata scalata di Unipol a Bnl. La richiesta è stata formalizzata ufficialmente oggi, dal pm Maurizio Romanelli, nell’ambito dell’inchiesta sulla pubblicazione – da parte del ‘Giornale’ della famiglia Berlusconi, il 31 dicembre 2005 – di una chiamata del 18 luglio 2005: quella in cui l’ex segretario dei Ds si rivolgeva all’allora numero uno di Unipol per chiedere delucidazioni sull’esito della scalata a Bnl da parte della compagnia bolognese, domandando «allora abbiamo una banca?».
Secondo il gip Stefania Donadeo, che il 15 settembre ha chiesto alla procura di Milano l’imputazione coatta nei confronti del presidente del Consiglio, l’intercettazione telefonica era un «regalo elettorale a Silvio Berlusconi». Quegli audio, all’epoca dei fatti, non potevano essere divulgati: a disposizione di pm e polizia giudiziaria, non erano stati neppure trascritti. A offrirli a Berlusconi fu Roberto Raffaelli, titolare della Rcs – società che curava le intercettazioni per la procura di Milano – che sperava di poter essere ricompensato con aiuti per degli appalti in Romania. E per questo si rivolse a Fabrizio Favata, amico di Paolo Berlusconi. Ed è stato proprio il racconto di Favata ai magistrati a dare il via all’inchiesta.
La procura di Milano ha anche disposto l’iscrizione nel registro degli indagati di Maurizio Belpietro, all’epoca direttore del Giornale: in particolare – si legge nel comunicato diffuso dalla procura di Milano e firmato da Edmondo Bruti Liberati – il giornalista deve rispondere di omesso controllo per la pubblicazione di una notizia coperta da segreto d’ufficio. (La Repubblica)

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