Modificare il regolamento per l’armonizzazione all’assicurazione generale obbligatoria dei requisiti minimi di accesso al pensionamento anticipato di persone iscritte all’Inps, all’ex-Enpals e all’ex-Inpdap significa “un intervento diretto che colpisce i lavoratori grafici e poligrafici e piu’ in generale la riforma del sistema dell’editoria a livello nazionale”. Con il risultato di determinare una nuova forma di “esodati” perche’ “di fatto e’ un intervento retroattivo” in quanto applicato nel periodo che va dal 1 luglio al 31 dicembre 2013. Lo dicono le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. Nuovi ‘esodati’ perche’ – dicono i sindacati – il periodo in questione e’ quello durante il quale sono stati effettuati accordi per la riduzione di personale, tutti sulla base della legislazione vigente. “E tutto questo, occorre ricordarlo – aggiungono i sindacati di categoria – avviene dopo l’audizione delle Commissioni competenti di Camera e Senato, durante le quali le organizzazioni sindacali e le associazioni imprenditoriali avevano espresso in maniera chiara l’assoluta contrarieta’ a ogni forma di retroattivita’, chiedendo al tempo stesso la massima gradualita’ per i nuovi requisiti previdenziali in ragione della grave crisi del settore”. Le tre segreterie sottolineano in una nota congiunta che “il governo dopo aver dichiarato la volonta’ d’intervenire attraverso norme e una politica industriale di settore sul mondo dell’editoria, riconoscendone la grave crisi e la relativa trasformazione” si accinge a introdurre modifiche alle norme sul pensionamento. “E’ ormai consuetudine apprendere dai media – aggiungono – le modifiche delle norme che regolamentano la vita dei settori produttivi nel nostro Paese; e’ anche consuetudine proclamare (sempre sui media) interventi di indirizzo normativo per quei settori sottoposti ad una trasformazione radicale del proprio tessuto produttivo”. I sindacati si dicono quinti “convinti che sia assolutamente necessario aprire un confronto con il ministro del Lavoro e con il Dipartimento dell’Editoria per regolamentare le norme del pensionamento e la trasformazione radicale che coinvolge il mondo dell’editoria, eliminando la norma retroattiva che rischia di creare ulteriori discriminazioni”. (AGI)