Un editoriale di Paolo Ferrero e un articolo con il quale Luigi Pintor presentava l’esordio de Il manifesto, quotidiano comunista, e argomentava le ragioni profonde e il progetto politico alla base di quell’impresa.
Inizia così l’avventura di Liberazione.it, che torna da oggi in versione solo on line.
Ecco il testo integrale dell’editoriale di Paolo Ferrero, tratto dal sito liberazione.it:>br/>Cari lettori e lettrici di Liberazione ce l’abbiamo fatta! Liberazione ricomincia ad uscire, sia pure on line, e siamo riusciti a costruire una lista unitaria contro le politiche del governo Monti e contro il liberismo. Si tratta di due risultati di grande rilievo perché permettono di rilanciare con forza il nostro progetto politico: la rifondazione comunista come percorso di uscita dalla crisi capitalistica e dal dominio del capitale.
Della necessità del giornale è inutile che parli. E’ chiaro a tutti come sia difficile far funzionare un partito e coordinare le lotte in una condizione di pesante oscuramento mediatico senza avere alcun strumento di informazione, collegamento e socializzazione delle esperienze. Dopo aver per anni dovuto tagliare a causa degli enormi deficit lasciatici in eredità dal passato, stiamo ricominciando a progettare e a costruire. Vi invito quindi ad abbonarvi e a sostenere Liberazione. Nel farlo voglio in particolare ringraziare tre persone per il loro lavoro e il loro impegno militante. Senza il lavoro di Marco Gelmini (Amministratore), di Dino Greco (direttore) e di Romina Velchi (vice direttora), il lavoro di risanamento e di rilancio di Liberazione non sarebbe stato possibile. Grazie!
Della lista Rivoluzione Civile che ha in Antonio Ingroia il candidato presidente è invece bene parlarne.
Com’è noto Rifondazione Comunista lavora da tempo per arrivare a costruire una lista unitaria di sinistra e di alternativa per le elezioni politiche. Abbiamo perseguito questo obiettivo con determinazione e duttilità anche quando nei mesi scorsi nessuno avrebbe scommesso una lira sulla sua realizzabilità. Abbiamo sostenuto il processo di cambiare si può e abbiamo sostenuto la necessità di fondere il processo di Cambiare si può con il processo avviato da Ingroia nelle settimane scorse. Un eccesso di rigidità presenti in Cambiare si può ha reso impraticabile una vera e propria fusione di questi due processi ma nonostante tutto siamo arrivati a raggiungere l’obiettivo centrale: la lista unitaria si fa. Si tratta di una lista di cui faranno parte tutti coloro che in questi anni si sono opposti alle politiche di Berlusconi e di Monti: partiti, associazioni, comitati, uomini e donne che non hanno piegato la testa. Una coalizione quindi che prende la forma della lista: una coalizione perché tutti siamo indispensabili ma nessuno è autosufficiente. Nessuno rappresenta da solo una alternativa alle politiche neoliberiste mentre insieme possiamo costruirla.
Una lista quindi che ha al centro la difesa e il rilancio della democrazia e la lotta contro le politiche neoliberiste portate avanti in questi anni da centro destra e centro sinistra. Questione democratica e questione sociale non sono mai state così intrecciate come dentro questa crisi.
L’aggressione alla democrazia – dai poteri criminali come dalle oligarchie finanziarie – rappresenta il tentativo di svuotare di potere le istituzioni rappresentative affinché i poteri criminali ed economici possano agire come incontrollati poteri sovrani. In nome della modernizzazione neoliberista ci stanno riportando all’800, quando la democrazia era un affare privato delle classi dominanti e la questione sociale veniva trattata come questione di ordine pubblico. La distruzione del welfare, l’attacco ai diritti dei lavoratori e al sindacato, la privatizzazione di ogni bene comune che cosa sono se non un drammatico tentativo di restaurazione reazionaria?
E’ chiaro che Rivoluzione Civile non è la Syriza italiana o il Front de Gauche o Izquierda Unida. Rivoluzione Civile aggrega uno spazio di posizioni politiche più ampio e contraddittorio della sinistra antiliberista e anticapitalista. Vi sono ovviamente propensioni diverse e sarebbe sciocco non vederle.
Rivoluzione Civile ha però due caratteristiche positive decisive e fondamentali: in primo luogo è decisamente all’opposizione dei poteri forti di questo paese: da quelli governativi a quelli finanziari fino alla mafia e ai suoi intrecci con l’apparato statale. E’ esattamente a partire da questa irriducibilità nel contrasto con i poteri forti che nasce l’autonomia e l’indipendenza dal centro sinistra. In secondo luogo Rivoluzione Civile si pone l’obiettivo di aggregare il complesso delle posizioni e delle pratiche che mettono in discussione il pensiero unico, il neoliberismo.
Rivoluzione Civile non è quindi il nuovo soggetto della sinistra ma non è nemmeno un cartello elettorale: è uno spazio pubblico contro chi gestisce il potere in questo paese e che avanza proposte di fuoriuscita dal neoliberismo. Della costruzione di questo spazio pubblico dobbiamo essere protagonisti.
Detto in altri termini, Rivoluzione Civile sta dalla parte giusta dalla barricata e Rifondazione Comunista sta dentro questo progetto e faremo di tutto per garantirne il successo.
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