I giornalisti dell’Unci Calabria non hanno avuto dubbi e, nella polemica furiosa esplosa dopo la messa in onda della puntata della trasmissione Presa Diretta di RaiTre dedicata all’inchiesta Rinascita Scott, hanno immediatamente scelto di esprimere la loro solidarietà a Iacona e di condannare le parole espresse dalle camere penali regionali.
Una lunga nota, quella dell’Unci Calabria, che è un atto di sostegno e solidarietà, oltre che ai giornalisti Rai, anche alla magistratura locale: “È letteralmente sconcertante il documento sottoscritto dai presidenti delle Camere penali calabresi contro la trasmissione di Raitre PresaDiretta ed il collega Riccardo Iacona in seguito alla messa in onda della puntata titolata Processo alla ‘ndrangheta. È un attacco che colpisce l’intera libera informazione del nostro Paese”.
E ancora: “PresaDiretta, attraverso il lavoro realizzato da Riccardo Iacona e dai colleghi Marco Dellamonica e Massimiliano Torchia, contrariamente a quanto scritto dai penalisti calabresi ha avuto invece avuto il merito di spezzare l’assordante silenzio dell’informazione nazionale su una delle vicende giudiziarie più importanti della storia italiana, ovvero il maxiprocesso Rinascita Scott la cui narrazione, anche a causa delle contestabili e contestate limitazioni imposte dal Tribunale di Vibo Valentia alle riprese audiovisive del dibattimento, è stata sin qui rassegnata al lavoro solitario ed encomiabile di pochissimi cronisti e testate calabresi”.
Per l’Unci: “La redazione di PresaDiretta ha reso invece un servizio al Paese, offrendo una eccezionale pagina di buon giornalismo, raccontando i fatti alla base dell’inchiesta la cui tenuta è adesso al vaglio di collegio di giudici che valuterà nel nome del popolo italiano la colpevolezza e l’innocenza degli imputati. Nessun processo mediatico, dunque, nessuna sentenza anticipata, ma un’informazione corretta, completa, essenziale e puntuale. Restiamo esterrefatti, peraltro, di fronte a certe affermazioni”.
Quali siano, lo spiegano subito: “Frasi sottoscritte dai penalisti come ‘Assistiamo, oramai assuefatti, all’abuso costante del diritto-dovere di informare da parte dei media, i quali, pur di perseguire l’audience e il successo editoriale, prestano il fianco alle logiche di un potere illimitato nelle mani di un tiranno che tratta i propri cittadini come sudditi’ sono gravissime. I giornalisti italiani e calabresi, sottoposti essi stessi ad estenuanti procedimenti penali e cause temerarie milionarie, abusano davvero del diritti-dovere d’informare? Oppure chi abusa sono invece coloro che ricorrono strumentalmente proprio al diritto con lo scopo di intimidire e fermare i giornalisti stessi? E chi sarebbe il tiranno? Il procuratore Gratteri, forse? O la tirannide invece è quella dei mafiosi che, essi sì, trattano i cittadini come sudditi o, peggio, come schiavi e che costringono molti nostri colleghi a vivere sotto scorta o sottoposti a servizi di vigilanza dinamica dalle prefetture?”.
Infine la conclusione: “Solidarietà piena e convinta, dunque non solo a PresaDiretta, a Riccardo Iacona e ad i suoi inviati, ma anche a tutti coloro che resistendo ad ogni forma di pressione continuano a produrre un’informazione seria, coraggiosa e competente, rispettosa dei diritti costituzionali tutti”.
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